«Questa è Bari, una grande capitale umana, un insieme di luoghi, volti, quartieri, paesaggi, storie, culture e imprese, testimoni di una identità multiculturale e poliedrica, che trae la propria forza da un elemento naturale che ha una straordinaria potenza, il mare, attraverso il quale è arrivato San Nicola: bagna 42 chilometri di costa, nel corso dei secoli ha modellato la struttura della città e ne ha segnato profondamente l’identità». Così il sindaco di Bari, Antonio Decaro, ha cominciato la presentazione della città, nell’audizione al Mibact con la commissione, presieduta dal professor Stefano Baia Curioni, per la candidatura a Capitale italiana della Cultura 2022.
«Bari si candida – ha detto Decaro dopo la proiezione del video del regista barese Alessandro Piva – portando in dote la vocazione mediterranea e una sensibile storia di grandi trasformazioni urbane, materiali e immateriali negli ultimi 20 anni». «Pensiamo che possa essere la capitale italiana della cultura nella fase di ripresa dopo la pandemia perché questa città non si è mai arresa», ha aggiunto: «Il nostro sogno è che Bari diventi capitale italiana della cultura nel Mediterraneo in un’epoca in cui il mondo intero è chiamato a disegnare nuovi scenari, nuovi orizzonti e un nuovo dialogo tra culture e popoli diversi».
Nel dossier – presentato anche con gli interventi dell’assessora Ines Pierucci, dello scrittore premio Strega Nicola Lagioia e del soprintendente della fondazione lirica Petruzzelli e Teatri di Bari, Massimo Biscardi – sono elencati i 300 eventi di musica, teatro, cinema, arte, conferenze e laboratori del programma, con «sei archetipi» (sacro, luce, mare, oriente, dialogo e femminile) e «tre miracoli» su cui la città sta lavorando: il culto nicolaiano come patrimonio immateriale Unesco, una fiera del libro e il completamento della «più grande public library del Mezzogiorno» nella ex caserma Rossani. ANSA