La nuova bozza del Recovery Plan, giunta sulle scrivanie dei partiti dopo i momenti di forte tensione tra Italia Viva e gli alleati, sembra non aver soddisfatto gli esponenti del partito di Matteo Renzi. Si complica ancor più, se possibile, la già intricata vicenda relativa alla crisi di governo in cui, dopo la disponibilità al dialogo e al rimpasto data dal premier Giuseppe Conte, il leader di Italia Viva prova a rilanciare.
Così, in un’intervista rilasciata al programma Omnibus, il ministro e capo-delegazione del partito, Teresa Bellanova, esprime con fermezza la sua idea nel confronti del presidente del Consiglio: “Noi stiamo facendo un grande sforzo, perché per me il tempo è già finito. Ora bisogna dire che cosa si vuole fare – prosegue la Bellanova – Conte vuole misurarsi con la soluzione dei problemi allora non minacciasse di andare in Parlamento: in Parlamento si va e si avanzano le proposte, se si ha il consenso si governo se no si passa la mano”. Il ministro precisa che Italia Viva parlerà per il tramite di un documento, in modo che nessuno possa “ricostruire retroscena” e che il partito attende, già da oggi, segnali chiari: “Si cominci a scendere dal piedistallo, qui nessuno è insostituibile, non lo sono io, non lo è Iv, non lo è neanche il presidente del Consiglio – tuona Teresa Bellanova, che prosegue – Anche il Pd ha posto problemi, poi se si vuole derubricare tutto perché si vuole isolare Renzi, facciano i loro giochetti. Anche Zingaretti in passato al tavolo con Crimi e Conte ha messo dei punti al tavolo per un un impianto programmatico. Ora sono risolti tutti i problemi?”.
Si lavora, adesso, per aprire il vero tavolo di confronto ed è attesa per questa sera una riunione di Giuseppe Conte con i capi-delegazione per sottoscrivere l’intesa sulla bozza del Recovery Plan da portare in Consiglio dei ministri subito dopo. Successivamente, secondo la “road map” condivisa tra il premier, il Pd, i pentastellati e gli esponenti di “Liberi e Uguali”, si dovrà riunire il tavolo della discussione degli altri temi del programma di governo e della trattativa per il rimpasto. Renzi, dal canto suo, vuole che Conte lasci la delega ai Servizi e riparta da dimissioni e da un Conte ter. Un iter che non troverebbe in alcun modo il favore del presidente del Consiglio.
E mentre il presidente della Repubblica Sergio Mattarella assiste da osservatore a questi passi in campo di crisi, negli ambienti parlamentari si esclude che al capo dello Stato possa essere gradito un governo nato con il solo scopo di evitare le elezioni. A ribadirlo è anche Andrea Orlando, dal Pd, che precisa che in questo modo “nascerebbe una maggioranza friabile”. Nicola Zingaretti nelle prossime ore dovrebbe indicare l’obiettivo di un vero rilancio, su programma e Recovery, ma gli esponenti del Pd avvertono Renzi che non farebbero “barricate” contro la nascita di un esperimento del genere: Goffredo Bettini definisce Conte il “pilastro” dell’alleanza giallorossa: con una sua caduta, si andrebbe alla conta in Aula e poi, eventualmente, al voto. Larghe intese con Lega e Fdi non sono possibili, assicurano i Dem.
Anche tra i pentastellati, sembra prevalere un atteggiamento di supporto al premier. A questo punto circolano voci di una spaccatura dei gruppi Iv e della nascita di un gruppo con centristi, Maie ed ex M5s. Ad ora i conti non tornano, ma almeno tre renziani avrebbero bussato alla porta Pd e i contatti tra Renzi e Berlusconi per preparare soluzioni alternative non sarebbero andati a buon fine.