Tre comuni pugliesi sono potenzialmente idonei per il deposito di rifiuti radioattivi, è quanto decretato dalla Sogin (Società Gestione Impianti Nucleari) e dai Ministeri dell’ambiente e dello sviluppo economico. Gravina in Puglia e Altamura in provincia di Bari, Laterza in provincia di Taranto (in un’area individuata in condivisione con Matera, in Basilicata), sarebbero questi i tre comuni indicati nella Carta dei siti potenzialmente idonei alla costruzione del Deposito nucleare nazionale. Una notizia arrivata nelle scorse ore che ha subito indignato i sindaci per i quali le reazioni sono state immediate.
“È per noi una doccia gelata – scrive su Facebook Alesio Valente, sindaco di Gravina in Puglia – Le istituzioni locali sin qui non erano mai state interpellate. Lo saranno, a quanto pare, solo a partire dai prossimi giorni, dopo la pubblicazione ufficiale della mappa dei siti potenziali. Non c’è spazio per trattative o valutazioni. Lo dico subito: la nostra risposta sarà un no secco e fermo”.
Una contrarietà, ha sottolineato Valente, “Già espressa in consiglio comunale nel 2015 e poi ancora nel 2016 insieme ad altri Comuni ragionando in un’ottica territoriale più ampia, perché è chiaro che si tratta di una scelta che riguarda un territorio intero. Niente e nessuno può farci cambiare idea. In termini ambientali – conclude – Gravina e la Murgia hanno già dato: la vocazione di queste nostre aree è agricola e turistica, e non permetteremo che ci trasformino in un cimitero di scorie nucleari”.
Al no netto di Valente si accoda quello di Rosa Melodia, sindaco di Altamura, la quale ha sottolineato il proprio disappunto. “Non ci lasceremo trascinare con rassegnazione in questa situazione – ha scritto Melodia in un post su Facebook – Già il 14 gennaio 2016 i consigli comunali congiunti dei comuni di Altamura, Poggiorsini, Spinazzola, Irsina, Santeramo in colle, Gravina in Puglia e Matera adottarono con delibera un ordine del giorno in cui si chiedeva alla Regione Puglia e alla Regione Basilicata, al presidente del Consiglio dei Ministri, I Ministeri dell’Ambiente e dello Sviluppo Economico di “dichiarare le aree del territorio regionali e dei comuni interessati NON DISPONIBILI alla localizzazione del deposito nazionale destinato allo smaltimento a titolo definitivo dei rifiuti radioattivi e del Parco tecnologico”.
In totale sono 67 i luoghi potenzialmente idonei, con differenti gradi di priorità a seconda delle caratteristiche, a ospitare il deposito nazionale di rifiuti radioattivi. Sette le regioni coinvolte, tra queste, oltre la Puglia, anche Piemonte, Toscana, Lazio, Basilicata, Sardegna e Sicilia.
Adesso, con il via libera alla Carta, secondo quanto dichiarato dal ministero dell’Ambiente e riportato da Ansa nelle scorse ore, “Parte la fase di consultazione dei documenti per la durata di due mesi, all’esito della quale si terrà, nell’arco dei quattro mesi successivi il seminario nazionale”. Da quel momento in poi avrà inizio il “Dibattito pubblico vero e proprio che vedrà la partecipazione di enti locali, associazioni di categoria, sindacati, università ed enti di ricerca, durante il quale saranno approfonditi tutti gli aspetti, inclusi i possibili benefici economici e di sviluppo territoriale connessi alla realizzazione delle opere”.
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