Professori e famiglie contro i sindacati che hanno chiesto al presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, il rinvio delle lezioni in presenza e l’obbligo da parte delle famiglie di scegliere in via definitiva se procedere con la dad o con la presenza per tutto l’anno o meno.
Il post di una docente dell’Università di Bari è diventato subito virale. Riporta il cedolino dello stipendio con l’indicazione della trattenuta per il sindacato. “Questo è il mio cedolino stipendio. Da quasi vent’anni sono dipendente dell’Università degli Studi di Bari “Aldo Moro”, come associato prima, come ordinario poi – scrive Daniela Caterino – E più o meno da sempre sono stata iscritta al sindacato e ho volentieri ritrovato in busta paga una trattenuta sindacale. Volentieri, perché fino a ieri ho creduto alla funzione del sindacato come strumento di tutela della dignità del lavoratore, privato e pubblico. Mi sono illusa che il sindacato volesse seriamente contribuire a supportare noi dipendenti della PA e noi lavoratori della conoscenza a portare a termine il nostro compito con disciplina e onore. Ma la prossima sarà l’ultima mia busta paga che vedrà questa trattenuta”.
“Se io fossi un docente di scuola, chiederei al mio sindacato di lottare perché non ci siano più classi con 30 e passa alunni; perché gli istituti scolastici sovradimensionati in deroga a tutte le regole vengano riportati ad un rapporto virtuoso tra spazi e alunni; perché l’USR non resti nel limbo dell’incertezza – continua il post – denuncia – ma guidi con autorevolezza la ripresa scolastica. Chiederei test rapidi preventivi a tappeto nelle scuole, per tutelare docenti e studenti, per fare da deterrente ai comportamenti incoscienti di chi va a scuola positivo; chiederei garanzie sul sistema sanitario regionale, sui tracciamenti preferenziali. Chiederei vaccini subito per gli insegnanti, lavoratori essenziali. Invece leggo in quel comunicato la richiesta di una Dad come forma ordinaria di erogazione della didattica, malgrado le percentuali da quarto mondo che la Puglia fa segnare per connessioni familiari, dispersione scolastica, devianza minorile. E addirittura vedo auspicare che la scelta per la presenza, che dovrebbe essere consentita, sia subordinata alla richiesta espressa, motivata su basi di fragilità o condizioni familiari, e sia espressa solo una volta senza possibilità di modifica per tutto l’anno scolastico. Se una simile infamia dovesse davvero essere trasfusa in un provvedimento normativo, chiamerò a raccolta le migliori menti legali che conosco, per combattere. Intanto, spero che altri amici e colleghi seguano il mio esempio”.