Il 30 per cento dei medici di famiglia non ha comunicato ancora dove effettuare i tamponi antigenici, se nei loro studi o in luoghi stabiliti dalle Asl. Mentre il 15 per cento dei medici di famiglia ha chiesto l’esonero dall’effettuare tamponi. Da qui la richiesta della Regione Puglia alle Asl di disporre per questi medici – dichiarati soggetti fragili – anche la sospensione di altri servizi come le visite a domicilio, nelle rsa e per lo scap. “Ci sono medici che hanno chiesto l’esonero dai tamponi – si legge nella delibera – pur continuando a svolgere la loro attività con visite a domicilio e nelle rsa, dove il rischio è alto”. Il servizio scap potrà quindi essere garantito da pediatri neo convenzionati che ne faranno richiesta.
Le disposizioni della Regione hanno però mandato su tutte le furie i sindacati SIMET, SMI, SNAMI, Fp Cgil Medici e Dirigenti SSN della Puglia.
“L’anno vecchio si chiude con la nota della Regione – si legge in un comunicato – in cui si annunciano provvedimenti nei confronti dei medici di famiglia e pediatri di libera scelta “colpevoli” di chiedere l’esonero dall’attività di effettuazione dei tamponi rapidi in ragione delle documentate precarie condizioni di salute in cui versano. Si querelano i sindacati (come accaduto al collega ANAO di Taranto ) si minacciano provvedimenti nei confronti di professionisti. Siamo fortemente allarmati dal clima che si è venuto a creare nella regione Puglia!” continua la nota.
“In tutto questo notiamo l’assordante silenzio dell’ Ordine Professionale, del dr. Filippo Anelli Presidente Fnomceo ed autorevole esponente Fimmg. Continuiamo ad essere convinti che bisogna ritrovare un clima di collaborazione tra sindacati e parte pubblica. Non si riducano i medici a ‘clienti’ responsabili delle incertezze nella gestione del sistema Sanitari. I medici sono, piuttosto, una categoria che rappresenta un’ utile risorsa capace di valorizzare la risposta di salute che viene richiesta dai cittadini nel momento della fragilità della malattia”, conclude la nota.