Mentre si completa oggi la distruzione di 7.500 piante in un vivaio a Canosa di Puglia – dove un recente focolaio di Xylella a circa 85 km a nord di Bari ha colpito piante di ‘Dodonaea viscosa purpureà – è stata conclamata la presenza della malattia in altri 160 ulivi, di cui 1 a Monopoli (Bari) e gli altri nelle province di Brindisi e Taranto.
A darne notizia è Coldiretti Puglia, nel giorno in cui sarà completata l’eradicazione delle 7.500 piante da distruggere a Canosa nel raggio di 50 metri attorno ai lotti di Dodonea infetta. Tra le nuove piante infettate nelle province di Brindisi e Taranto, ci sono anche un mandorlo e un oleandro. Savino Muraglia, presidente di Coldiretti Puglia, esprime preoccupazione per il ritrovamento di altri 160 ulivi infetti: «un segnale grave che impone una strategia altrettanto incisiva per salvare la Piana degli Ulivi Monumentali e la Valle d’Itria», ribadisce. «I risultati dello studio condotto dagli enti di ricerca Università di Torino e di Brescia, il CRSFA di Locorotondo e l’IPSP del CNR di Bari e Torino impongono – spiega Muraglia – una seria riflessione circa il nuovo regolamento comunitario approvato il 14 agosto scorso che ha ridotto a 50 metri, dai 100 metri inizialmente previsti, l’area buffer soggetta a taglio obbligatorio intorno alle piante infette per sottrarle all’azione di diffusione degli insetti vettori, come la cicalina sputacchina. Se la sputacchina cammina fino a 400 metri in una stagione – precisa – l’area buffer di 50 metri risulta decisamente insufficiente a contenere il rischio contagio». ANSA