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Covid, da Londra a Bari prima dello stop: “Controlli più severi qui, negativo al tampone”

Pubblicato da: redazione | Mar, 22 Dicembre 2020 - 07:30

“Sono colpito dal fatto che tutti qui usano le mascherine, da noi no”. E’ quanto raccontato a Borderline24 da un cittadino barese presente su uno degli ultimi voli partiti dall’Inghilterra atterrato nel capoluogo pugliese il 19 dicembre sera.

Antonio, lo chiameremo così perché preferisce restare anonimo, ha 30 anni e vive a Londra da quando di anni ne aveva 20. Sabato scorso è salito su uno degli ultimi voli in partenza dalla capitale inglese prima che i collegamenti fossero tagliati a causa della presenza, in Inghilterra, di una variante del Covid-19 con una carica virale molto più forte rispetto a quella nota fino ad oggi.

“Sono partito per tornare a casa dai miei parenti che non vedevo ormai da questa estate – ha confidato ai nostri microfoni il ragazzo – Prima di partire ho dovuto fare il tampone, che fortunatamente è risultato negativo, ho scoperto solo quando sono atterrato della nuova variante, ma a Londra i controlli non sono stati tanto serrati quanto quelli che ho fatto appena sceso a Bari. Non mi hanno controllato nemmeno la temperatura in Inghilterra”.

Antonio specifica che a Londra, prima di potersi imbarcare sono passate tre ore. “In quelle ore – sottolinea – I controlli sono stati serrati, ma non per il Covid-19. Mi hanno controllato con minuziosa attenzione, come se contasse solo controllare se chi lasciasse l’aeroporto avesse con sé armi. L’aereo non era pieno, non appena sceso a Bari mi è sembrato di essere in un’altra dimensione”.

A Bari, sottolinea ancora il ragazzo, i controlli sono stati scrupolosi: dal militare, alla guardia di finanza che forniva l’autocertificazione, per passare a tavolini e alle tantissime domande.  “Ci è voluta un’ora prima che riuscissi a vedere finalmente mia mamma – ha sottolineato il ragazzo – Hanno controllato tutto nei minimi dettagli, compreso il mio Covid test, che doveva essere stato fatto obbligatoriamente nelle precedenti 48 ore. Un ragazzo poco più avanti rispetto a me lo aveva fatto cinque giorni prima, non gliel’hanno dato valido, ha dovuto dichiarare dove vivrà durante la sua permanenza in Puglia e adesso dovrà farsi 14 giorni di isolamento”.

Il ragazzo, trasferitosi a Londra per lavoro, ci tiene a precisare che a Londra quasi nessuno indossa le mascherine. In particolare, secondo il ragazzo, in percentuale, solo il 30% la indossa. L’obbligo infatti riguarda soprattutto gli spazi chiusi o i grandi centri commerciali.

“Dicono che il governo inglese sapesse di questa nuova variante, io non ne sono sicuro. La certezza è che la gente è arrabbiata, Boris aveva promesso di non cancellare il Natale, invece all’improvviso quell’unica speranza è stata frantumata. Comprendo l’esodo e il panico generale, forse il più grande dal 1939. Così come i miei amici che sono riusciti a partire prima che bloccassero tutto, mi ritengo fortunato perché sono a Bari con i miei cari – conclude – non mi importa se dovrò passare tutto il tempo chiuso in casa e se dovrò rifare il test. Mi sento al sicuro”.

 

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