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Covid, Regione Puglia querela sindacato medici dopo polemiche tute. Smi: “Da eroi a imputati”

Pubblicato da: redazione | Lun, 21 Dicembre 2020 - 14:30
fuori dal coro tute

“L’esposto alla Procura di Bari da parte della Regione Puglia contro  il sindacato dei medici Anaao è l’ennesima dimostrazione di come si voglia  mettere sul banco degli imputati i medici”: così Pina Onotri, segretario generale  del sindacato Medici italiani, commenta l’esposto che, secondo lo stesso sindacato, sarebbe stato presentato dal capo della Protezione civile pugliese, Mario Lerario, sulla  vicenda delle tute anti Covid distribuite ai medici del 118.

La settimana scorsa, il sindacato Anaao-Assomed di Taranto aveva contestato l’idoneità delle tute, presentando anche una denuncia in Procura che ha fatto scattare una inchiesta penale. Secondo il sindacato, che ha anche spiegato i fatti in un servizio della trasmissione ‘Fuori dal coro’ su Rete4, al personale sanitario di Taranto sarebbero state destinate tute protettive per l’emergenza Covid contraffatte con un’etichetta che riporta il codice 3-B/4-B per protezione dal rischio biologico sovrapposta a quella originale con il codice 5-B/6-B, che garantiscono solo la protezione dalle polveri e sono tipicamente usate in agricoltura. Dopo alcune verifiche, invece, la Protezione civile ha assicurato che le tute sono regolari e idonee.

“Non si può – dichiara oggi Onotri – passare da eroi a imputati in questa pandemia. Vorremmo ricordare che da marzo ad oggi sono morti quasi 300 colleghi, esposti al virus e protetti in modo inadeguato o senza alcuna protezione individuale. Non vorremmo che l’azione della Regione Puglia inaugurasse una nuova strategia nei confronti dei sindacati  medici: davanti ai rischi per la salute dei colleghi, davanti all’incompetenza dei decisori  politici ed amministrativi  l’unica soluzione che si adotta è quella della querela. Siamo basiti. Non sono questi i modi di confronto che un ente pubblico, quale la Regione Puglia, deve adottare con le categorie professionali, per  tutte le categorie e in particolare con quelle dei medici. L’ atto compiuto si profila come atteggiamento antisindacale, un tentativo di mettere il bavaglio  ai rappresentanti dei lavoratori”.

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