“Il progetto di Tarantini è stato quello di sfruttare il supporto determinante di Silvio Berlusconi per realizzare la propria ascesa economica dapprima mediante l’elezione a membro del Parlamento europeo e poi, tramontato questo orizzonte, attraverso il coinvolgimento in un giro di commesse pubbliche riferibili a Protezione civile e Finmeccanica”. Per farlo era “divenuto esclusivo referente dell’ex premier nella selezione di giovani donne da fare entrare nel suo cerchio magico”, “persuadendole a recarsi alle cene con la prospettiva di essere scelte dal presidente del Consiglio per concedergli favori sessuali dietro pagamento di laute somme di denaro”.
Sono alcuni passaggi delle motivazioni della sentenza con la quale la Corte di Appello di Bari, nel settembre scorso, ha condannato l’imprenditore barese Gianpaolo Tarantini alla pena di 2 anni e 10 mesi di reclusione (riducendo la pena rispetto ai 7 anni e 10 mesi del primo grado per prescrizione di 14 dei 24 episodi contestati) e confermato la condanna a 1 anno e 4 mesi di reclusione nei confronti di Sabina Beganovic. Il processo è quello cosiddetto “escort” sulle donne portate nel 2008 e 2009 alle serate nelle residenze dell’allora presidente del Consiglio dei Ministri, Palazzo Grazioli, Villa Certosa e Villa San Martino perché si prostituissero. (ANSA).