“No a guerre di religione”. Esordisce così, in un articolato post pubblicato sulla sua pagina Facebook, l’assessore alla Salute della Regione Puglia, Pierluigi Lopalco. Una condivisione nata dall’esigenza di rispondere al dibattito caotico che, ancora una volta, si è sviluppato intorno al tema della scuola. “Il livello di contrapposizione ideologica che si è sviluppato intorno al tema della apertura/chiusura delle scuole in pandemia non è tollerabile in un momento così delicato – ha tuonato Lopalco – Siamo infatti in piena seconda ondata, in piena stagione autunno invernale. Si parla di terza ondata, senza pensare che la seconda non è affatto conclusa e potrebbe riprendere forza in qualsiasi momento. Un errore in questa fase sarebbe imperdonabile”.
Secondo l’epidemiologo pugliese, affermare che la scuola è sicura è “un atteggiamento tanto stupido quanto stupido è attribuire alla chiusura delle scuole un ruolo salvifico”. E ciò a causa del fatto che le evidenze capaci di supportare l’una o l’altra tesi sono comunque deboli per varie ragioni. Tra queste, secondo Lopalco, l’incompletezza dei dati, poiché nei sistemi di sorveglianza il dato del luogo dove è avvenuto il contagio è largamente assente; ma anche l’enorme quota di infezioni asintomatiche nei soggetti in età scolare e l’impossibilità di scorporare il ruolo della chiusura delle scuole dalle altre misure di prevenzione e controllo.
L’assessore invita, per questo, gli utenti, a leggere il commentary dell’epidemiologo John Edmunds, in cui si fa riferimento a diversi studi pubblicati negli ultimi mesi ragionando sui risultati. “La conclusione del ragionamento è abbastanza evidente – spiega Lopalco – Difficile escludere il ruolo dei ragazzi in età scolare nell’attivazione dei focolai familiari. Cerchiamo dunque di seguire il principio di precauzione, almeno per il picco invernale – prosegue – Inutile discutere sulla sicurezza delle procedure applicate in ambiente scolastico. Inutile attribuire la responsabilità all’affollamento dei trasporti. Quello che importa è la valutazione dell’impatto sulla dinamica del contagio della ripresa della scuola al 100% in presenza. L’approccio prudenziale della nostra regione che mira a limitare (non escludere) la didattica in presenza credo sia un buon compromesso – conclude l’assessore regionale alla Salute – Affollare nuovamente le classi solo per far fede ad una presa di posizione ideologica non mi sembra una buona idea”.