Con 3.598 infrazioni la Puglia sale al secondo posto nella classifica generale dell’illegalità ambientale, mentre Bari e Lecce fra le prime 10 province per illegalità ambientale in Italia. E’ quanto emerso dai dati del “Rapporto Ecomafia 2020. Le storie e i numeri della criminalità ambientale in Italia”, realizzato da Legambiente con il sostegno di COBAT E NOVAMONT, che ha analizzato i dati frutto dell’intensa attività svolta da forze dell’ordine, Capitanerie di porto, magistratura, insieme al lavoro del Sistema nazionale per la protezione dell’ambiente nato dalla sinergia tra Ispra e Agenzie regionali per la protezione dell’ambiente e dell’Agenzia delle dogane e dei monopoli.
Secondo i dati l’ecomafia non si arresta né conosce crisi. La Puglia, resta infatti sul podio per i reati legati al ciclo dei rifiuti, del cemento e quelli contro la fauna. Nello specifico, nel 2019 risultano aumentati i reati contro l’ambiente: sono 34.648 quelli accertati, pari a circa 95 al giorno, 4 ogni ora, con un incremento del +23.1% rispetto al 2018. In particolare preoccupa il boom degli illeciti nel ciclo del cemento, con ben 11.484 (+74,6% rispetto al 2018), che superano nel 2019 quelli contestati nel ciclo di rifiuti che ammontano a 9.527 (+10,9% rispetto al 2018). Spicca inoltre l’impennata dei reati contro la fauna, 8.088, (+10,9% rispetto al 2018) e quelli connessi agli incendi boschivi con 3.916 illeciti (+92,5% rispetto al 2018). Da capogiro il business potenziale complessivo, stimato in 19,9 miliardi di euro per il solo 2019 e che dal 1995 a oggi ha toccato quota 419,2 miliardi. A spartirsi il fatturato, insieme a imprenditori, funzionari e amministratori pubblici collusi sono stati 371 clan (3 in più rispetto all’anno prima) attivi in tutte le filiere: dal ciclo del cemento a quello dei rifiuti, dai traffici di animali allo sfruttamento delle energie rinnovabili e via via.
“Nel Rapporto Ecomafia 2020 la Puglia sale al secondo posto nella classifica nazionale dell’illegalità ambientale con 3.598 infrazioni accertate, con Bari e Lecce le province più colpite dai reati – ha dichiarato Francesco Tarantini, presidente di Legambiente Puglia – Non diminuiscono l’abusivismo edilizio, i reati legati al ciclo dei rifiuti e quelli contro la fauna. La nostra Regione rimane in balia degli abbandoni e della combustione illecita dei rifiuti, mentre latitano gli abbattimenti degli edifici abusivi che continuano a essere sporadici. I numeri pugliesi di Ecomafia 2020 sono il frutto del capillare lavoro di controllo del territorio e di contrasto alle illegalità ambientali svolto in tutta la regione dalle Forze dell’Ordine e dalla magistratura, che nel 2019 ha contestato i delitti ambientali in 36 casi in applicazione della legge sugli ecoreati”.
Nella classifica regionale 2019 dell’illegalità ambientale, la Puglia sale dunque al secondo posto (lo scorso anno era al terzo) con 3.598 infrazioni accertate (il 10,4% sul totale nazionale), 1.020 sequestri effettuati, 3.200 persone denunciate e 7 arrestate, mentre in quella provinciale Bari, Lecce, Foggia e Taranto sono rispettivamente al quinto, nono, tredicesimo e diciassettesimo posto con 1.012, 814, 647 e 513 infrazioni accertate. Anche nel ciclo illegale dei rifiuti nel 2019 la Puglia rimane al secondo posto con 835 infrazioni accertate (l’8,8% sul totale nazionale), 965 persone denunciate, 6 arrestate e 314 sequestri effettuati; nella classifica provinciale Bari e Foggia sono rispettivamente al settimo e nono posto con 233 e 185 infrazioni accertate.
A marzo scorso l’operazione Bios, coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Bari ha messo a nudo una banda di ecocriminali impegnata nel traffico di finto compost destinato in agricoltura. I militari della Guardia di Finanza hanno sequestrato ben 255 terreni agricoli trasformati in discariche abusive per una superfice complessiva di 353 ettari, sottoposto 16 soggetti a misure cautelari e confiscato beni per 26 milioni di euro a quattro società e 22 persone fisiche. Gli indagati avrebbero trattato abusivamente 240.000 tonnellate di rifiuti speciali conferiti da imprese campane e pugliesi, qualificandoli illecitamente come compost, un fertilizzante organico stabilizzato biologicamente, e smaltendoli illecitamente nei terreni della provincia del capoluogo dauno.
Dal 2002 all’ottobre 2020, in Puglia ci sono state 81 inchieste contro attività organizzate per il traffico illecito dei rifiuti, circa il 16,5% delle inchieste su tutto il territorio nazionale. Queste hanno portato a 219 ordinanze di custodia cautelare, 645 persone denunciate e coinvolto 94 aziende con oltre 6 milioni di tonnellate di rifiuti sequestrate. Solo il lockdown ha fermato per un breve periodo i piromani dei rifiuti. Nella classifica sugli incendi negli impianti di trattamento, smaltimento e recupero dei rifiuti in Italia, dal 1 gennaio 2013 al 17 ottobre 2020 la Puglia si piazza al settimo posto con 81 incendi negli impianti.
Anche nella classifica regionale dell’illegalità nel ciclo del cemento, nel 2019 la Puglia sale al secondo posto con 1.350 infrazioni accertate (l’11,8% sul totale nazionale), 1.365 persone denunciate e 335 sequestri effettuati. In quella provinciale Lecce, Bari, Brindisi, Foggia e Taranto sono rispettivamente al secondo, dodicesimo, quindicesimo, diciannovesimo e ventesimo posto con 471, 293, 205, 185 e 181 infrazioni accertate.
Per quanto riguarda il racket degli animali (corse clandestine di cavalli, combattimenti clandestini, traffico di animali da compagnia, commercio illegale di specie protette, macellazione clandestina, abigeato, bracconaggio e pesca di frodo), la Puglia scende al terzo posto con 801 infrazioni accertate (il 9,9% sul totale nazionale), 716 persone denunciate, un arresto e 320 sequestri effettuati. Nella classifica provinciale dell’illegalità contro la fauna nel 2019, Bari, Lecce, Taranto e Foggia si piazzano rispettivamente al sesto, quindicesimo, diciottesimo e ventesimo posto con 318, 148, 132 e 124 infrazioni accertate. Diverse le operazioni svolte dai Carabinieri Forestali contro l’abbattimento illegale di uccelli acquatici e svernanti presenti nelle zone umide della Provincia di Foggia e BAT.
La corruzione è tra i peggiori nemici dell’ambiente. Dal 1 gennaio 2019 al 17 ottobre 2020, in Puglia ci sono state ben 13 inchieste sulla corruzione in materia ambientale, con 30 persone arrestate, 110 denunciate e 13 sequestri effettuati. Una delle vicende più emblematiche sull’intreccio tra corruzione e ambiente riguarda l’operazione T-Rex, inchiesta della Guardia di Finanza di Taranto che ha indagato sull’ampliamento della discarica di Grottaglie. Sul fronte dell’archeomafia, l’aggressione criminale al patrimonio artistico e archeologico, la Puglia, una delle regioni più ricche di reperti archeologici ma anche di tombaroli attivi, nella classifica nazionale dell’arte rubata 2019 sale al 5° posto con 47 furti di opere d’arte.
“Per completare la rivoluzione avviata con la legge sugli ecoreati – conclude Tarantini – servono nuove e più adeguate sanzioni penali contro la gestione illecita dei rifiuti; i decreti attuativi della legge che ha istituito il Sistema nazionale protezione ambiente; l’approvazione delle leggi contro agromafie e saccheggio del patrimonio culturale, archeologico e artistico; una continua attività di demolizione degli immobili costruiti illegalmente per contrastare la piaga dell’abusivismo; l’introduzione di sanzioni penali efficaci a tutela degli animali e l’accesso gratuito alla giustizia per le associazioni che tutelano”.