I lavoratori dello spettacolo dal vivo del Sindacato di base Cobas chiedono un incontro immediato con la Regione Puglia. E’ quanto emerge da un comunicato scritto dagli stessi lavoratori in seguito all’annuale monitoraggio in merito, inviato al governatore della Regione Michele Emiliano, all’assessore alla Cultura, Tutela e Sviluppo, Massimo Bray, ad Alessandro Delli Noci, Assessore allo Sviluppo economico, Leo Caroli Presidente comitato S.e.p.a.c., Claudio Stefanazzi, Capogabinetto del pres. della Regione e a Sebastiano Leo, Assessore alla formazione e lavoro.
Obiettivo: la costruzione di un intervento immediato e consapevole in questo momento di continua emergenza, oltre che la necessità di aggiornare le istituzioni riguardo la “disastrosa situazione degli operatori dello spettacolo pugliese”.
Intanto, la risposta dell’assessore all’Industria turistica e culturale, Massimo Bray, è arrivata oggi, in attuazione della deliberazione della Giunta Regionale del 30 novembre scorso, la conferma dell’erogazione di sovvenzioni regionali agli operatori pugliesi dello spettacolo dal vivo già beneficiari del Fondo Unico per lo Spettacolo (FUS) statale.
“Con l’avviso pubblico dedicato ai soggetti FUS – ha commentato l’assessore – Si chiude il primo pacchetto di misure straordinarie a sostegno della Cultura e dello Spettacolo adottate dalla Regione Puglia nel 2020 per far fronte alla gravissima crisi da Covid-19 che ha colpito anche questo comparto: oltre 2 milioni di euro di sovvenzioni dirette ad operatori pugliesi, riconosciuti e finanziati negli anni dal MiBACT e dalla Regione in quanto eccellenze nella produzione teatrale, musicale e coreutica”.
Si tratta, nello specifico, di sovvenzioni pari all’80% dei contributi assegnati dalla Regione Puglia nel 2019, che saranno erogate in modo semplificato e diretto entro la fine dell’anno, in linea con quanto già fatto dal Ministero dei Beni e delle Attività Culturali.
La misura di sostegno, inserita a pieno titolo nel Piano straordinario della Regione Puglia
“Custodiamo Cultura” e nel “Quadro temporaneo per le misure di Aiuto di Stato a sostegno
dell’economia nell’attuale emergenza del Covid-19 “della Commissione Europea, è attiva da oggi, 4 dicembre, e per i 15 giorni successivi, termine entro il quale dovranno essere presentate le istanze da parte dei soggetti in possesso dei requisiti previsti dall’avviso pubblico.
“L’obiettivo prioritario dell’intera Giunta regionale – ha sottoineato l’assessore Bray – è quello di tutelare le imprese e il lavoro, creando le condizioni perché si possa continuare a creare e produrre in vista dell’auspicato ritorno nei teatri per la stagione 2021”.
Questo però non placa gli animi dei lavoratori del settore che, oltre alla crisi dettata dall’emergenza sanitaria, rivendicano il diritto a garanzie e tutele costanti nel tempo. Tante le proposte scritte nero su bianco a margine del comunicato.
Oltre alla convocazione urgente di un tavolo intersindacale, vi è anche quella dell’istituzione di un reddito di continuità regionale sia ai lavoratori, sia alle associazioni escluse dalle misure regionali di aiuto da febbraio 2020, in ambito teatrale e musicale, da parte del TTP e Puglia Sound. E ancora, la creazione di una misura di sostegno al reddito, in concerto con l’ Assessorato al Welfare e all’Assessorato allo Sviluppo economico, Competitività, Attività economiche e consumatori, Politiche Internazionali e commercio estero, Energia, Reti e infrastrutture materiali per lo sviluppo, Ricerca industriale e innovazione, Politiche giovanili della Regione Puglia, nelle forme e nelle regole che hanno caratterizzato i bonus erogati a livello nazionale, creando in concerto altri modelli per includere altre fasce di lavoratori dello spettacolo dal vivo dimenticate dal sistema dello spettacolo dal vivo.
Inoltre, tra le proposte, vi è anche la richiesta di creazione di misure economiche ad hoc, “spazi liberati” gratuiti in luoghi pubblici finanziati dalla Regione e frutto di accordi tra Comune, Stato e Regione, in modo tale che i lavoratori possano continuare, con prove e residenze, ad esercitare il loro mestiere, il monitoraggio continuo dei finanziamenti in materie di cultura, agevolando e favorendo aggregazioni comunitarie tra piccole imprese e associazioni, accompagnando e promuovendo le stesse. Infine, favorire misure per l’internalizzazione e le redistribuzioni di opere d’ingegno e spettacoli dal vivo, o altro processo creativo anche da remoto, in modo da favorire la conoscenza nel territorio dei lavoratori autonomi ed atipici su tutti i campi dell’arte, oltre che l’aiuto ad ottenere dall’Inps il dato relativo ai bonus ricevuti dai lavoratori dello spettacolo e quelli erogati a singoli lavoratori autonomi, atipici ed intermittenti, maestranze tutte in Puglia, in modo da avere un panorama, una statistica e una mappatura sociale ed economica della platea possibile dei fruitori di un reddito di continuità regionale come già da mesi altre regioni hanno elargito.
Il settore, già fermo durante la prima fase della pandemia, di fatto, non è mai ripartito, diversamente da come accaduto rispetto ad altri settori del lavoro che, nonostante le difficoltà, sono riusciti ad adattarsi alle nuove normative in materia sanitaria e di sicurezza. Problematica che va aggiunta ad una costante assenza di garanzie a livello fiscale nei confronti di questa categoria che si ritrova, spesso e volentieri ad risultare “invisibile” alla burocrazia italiana, tanto da non rendere possibile la categorizzazione di questa tipologia di lavoro.
“Siamo certi, visto la vostra esperienza, che conosciate bene tutte le peculiarità e le criticità del sistema spettacolo – scrivono nel comunicato – Siamo certi inoltre del fatto che la strada creata dal Governo attraverso l’INPS con il “bonus” ai lavoratori dello spettacolo dal vivo, sia un innovativo passo avanti, legittimando peraltro, molti lavoratori, ma evidenziando l’assenza di ammortizzatori sociali adeguati in un comparto dove si è ancora costretti a lavorare senza contratto e sicurezza retributiva da un sistema di bandi, contributi, e reti culturali che approfittano della necessità di occupazione, per sfruttare di fatto i bisogni dei lavoratori”.
Secondo i lavoratori del settore, è insomma necessario adesso e prima che sia troppo tardi, un intervento della regione considerando inoltre che, quello che emerge dagli ultimi dati è l’aumento, evidente, del “sommerso” e del precariato di cui, specificano, “enti pubblici e strutture private sono consapevoli fautori”.
“Chiediamo, in sintesi, che atipici, autonomi, lavoratori a progetto nell’indotto creativo abbiano diritto a misure eque, dove lavoro, ridistribuzione e sicurezza devono essere le chiavi per riaprire le porte del futuro – concludono i lavoratori.