La pandemia di Covid-19 e il lockdown sembrano aver frenato morbillo e rosolia in Italia, anche se la Puglia è stata la regione con la più alta incidenza a livello nazionale. A sottolinearlo è il report della Sorveglianza integrata di morbillo e rosolia, stilato dal Reparto di epidemiologica, biostatistica e modelli matematici dell’Istituto superiore di sanità, secondo cui, dal 1 gennaio al 31 ottobre 2020, sono stati segnalati da 12 Regioni 101 casi di morbillo (con un’incidenza di 3,3 casi per milione), di cui 52 a gennaio, 40 a febbraio e 9 a marzo. Mentre non sono stati registrati casi da aprile in poi. Quanto alla rosolia, i casi dal 1 gennaio al 31 ottobre sono stati 12 (di cui 9 nel mese di gennaio e 3 nel mese di febbraio), da 6 Regioni.
Due tabelle del report, che fotografano l’andamento delle due malattie infettive mese per mese nel nostro Paese dal 2013, evidenziano in modo netto la frenata dei casi legata alla pandemia. Basti pensare che nel 2013 sono stati segnalati 2.270 casi di morbillo, 1.695 nel 2014, 256 nel 2015, 862 nel 2016, ben 5.397 nel 2017, 2.681 nel 2018, 1.627 nel 2019 e appena 101 quest’anno. Più in dettaglio, nel 2020 l’età mediana dei casi di morbillo è 33 anni; sono stati segnalati 5 casi in bambini con meno di un anno. Inoltre sono stati segnalati 12 casi tra operatori sanitari e 2 tra operatori scolastici.
Il 93% dei casi per cui è noto lo stato vaccinale era non vaccinato al momento del contagio, e il 26% dei casi ha sviluppato almeno una complicanza. Il 56,4% dei casi è stato ricoverato e un ulteriore 16,8% si è rivolto a un Pronto soccorso. Quanto al territorio, il 76,5% dei casi (75) è stato segnalato in 3 regioni (Puglia, Lazio e Emilia Romagna).