In Puglia, i dati relativi all’occupazione dei posti letto ospedalieri è superiore alla soglia di allarme sia per ciò che concerne le terapie intensive che i posti letto in aree di non criticità. A livello nazionale, infatti, in base al decreto del Ministro della Salute dello scorso 30 aprile, la soglia di allarme di occupazione dei posti da parte di malati Covid è stata fissata al 30% per i reparti di terapia intensiva e del 40% per i reparti di medicina, pneumologia e malattie infettive. Un tetto che è ampiamente superato dai dati che giungono dalle strutture ospedaliere della Regione Puglia, per cui si registra un livello di occupazione delle terapie intensive pari al 48% (+18 punti percentuali oltre la soglia di allarme) e dei reparti di non criticità pari al 49% (+ 9 punti percentuali oltre la soglia di allarme).
Il dato pugliese, preoccupante in termini di gestire di questa seconda ondata pandemica da parte del sistema sanitario regionale, fa però il paio con un generale dato negativo riscontrato in gran parte delle altre regioni d’Italia. Sono, infatti, 16, quelle che, a livello nazionale, superano la soglia di occupazione per le terapie intensive (una in meno della scorsa settimana) e 15 quelle per cui è stata superata la soglia di allarme anche negli altri reparti che accolgono ricoveri di malati Covid. Un dato, quest’ultimo, che resta stabile rispetto a quello registrato la scorsa settimana.
Tra le Regioni dove desta maggiore preoccupazione la saturazione dei posti letto in terapia intensiva, spiccano la Lombardia (61%), il Piemonte (60%), l’Umbria e la Provincia autonoma di Trento che, con un dato del 49%, precedono entrambe di un solo punto percentuale la Puglia. Quanto alla soglia di allarme per l’occupazione dei reparto non critici, in vetta alla preoccupante classifica si posiziona la Provincia autonoma di Bolzano con un dato dell’99% (ben 59 punti percentuali in più della soglia di allarme), seguita dal Piemonte con l’80% di occupazione e dalla Provincia autonoma di Trento con un dato pari al 67%.