Nel primo semestre del 2020, sono state 3.292 le segnalazioni di operazioni sospette o, di fatto, classificate come riciclaggio nella regione Puglia. Una variazione in aumento di 9,1 punti percentuali rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, quando nella regione si sono contati 3.017 casi. I dati sono stati forniti dall’Unità di informazione finanziaria per l’Italia all’associazione Libera che, in collaborazione con Lavialibera, ha pubblicato il rapporto dal titolo “La tempesta perfetta” sul tema delle attività della criminalità organizzata in questi tempi di pandemia.
Tempi che, in Puglia come in molte altre regioni d’Italia, vedono il proliferare degli episodi di riciclaggio di denaro. Come si legge nel rapporto, infatti, nel primo semestre del 2020 sul territorio nazionale sono state segnalate 53.027 operazioni finanziarie sospette, in aumento del 3,6% rispetto a quelle pervenute nel periodo corrispondente del precedente anno.
Il rapporto di Libera fotografa una situazione per cui l’impennata del numero di interdittive antimafia, nei primi nove mesi dell’anno, viaggia, in Italia, alla media di 6 al giorno, con 23 prime attività pre-investigative collegate alla criminalità organizzata, il coinvolgimento di 26 Direzioni distrettuali competenti e 128 soggetti attenzionati. Aumentano, altresì, del 6,5%, sul territorio nazionale, i fenomeni di usura.
“Dal turismo alla ristorazione, dal settore sanitario a quello dei rifiuti, dagli appalti all’energia, fino alla grande finanza – si legge nell’introduzione al rapporto – l’infezione sanitaria del virus affianca l’infezione finanziaria mafiosa. L’emergenza in atto, inaspettata e di enormi proporzioni, potrebbe determinare una crescita esponenziale dei profitti derivanti dal malaffare”.