Un ricorso al Tar Puglia contro l’esito delle ultime elezioni regionali è stato depositato da un gruppo di associazioni puntando a «impugnare l’ammissione delle liste che non hanno osservato l’obbligo di composizione in un rapporto almeno del 60/40 tra i generi», previsto dalla legge elettorale regionale. Il Comitato #2votimegliodi1, l’associazione Undesiderioincomune, la Casa delle donne di Lecce e altri, tra i quali esponenti di Maschile Plurale e Uomini in gioco, hanno deciso di presentare ricorso, assistiti dalle avvocate Marida Dentamaro e Veralisa Massari.
«La battaglia per l’equilibrio di genere continua – si legge in una nota dei ricorrenti -. Chiediamo la declaratoria di incostituzionalità della legge regionale, nella parte in cui stabilisce una pseudosanzione, meramente pecuniaria e così blanda – al massimo 1.000 euro – che non ci interessa se sia mai stata applicata, in caso di inosservanza di tale obbligo, piuttosto che una vera sanzione, coerente con la legge nazionale: l’inammissibilità delle liste presentate in violazione di tale obbligo». I ricorrenti ricordano di aver «ottenuto il commissariamento del Consiglio regionale uscente della Puglia perché fosse rispettato il dettato costituzionale sulle pari opportunità di rappresentanza politica per le donne nelle assemblee elettive. Con l’intervento sostitutivo del Parlamento nazionale, è stata introdotta la facoltà di esprimere la doppia preferenza di genere nella legge elettorale pugliese. Ma sappiamo bene che tale misura è insufficiente – aggiungono -, e ne abbiamo visto l’esito alla prima applicazione in Regione, se non unita alla reale e concreta opportunità di candidarsi e di farlo in condizioni di equilibrio».