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Bari, gara di solidarietà per la piccola Melissa: raccolta fondi tra i dipendenti Amtab

Pubblicato da: Serena Manieri | Sab, 28 Novembre 2020 - 07:30

In un tempo in cui ci si è abituati, purtroppo, a guardare solo alle sue conseguenze negative, la viralità sul web può ancora assumere forme capaci di meravigliare nel migliore dei sensi. E ciò avviene, in particolar modo, quando a diventare virali sono messaggi di solidarietà, che si trasformano in azioni concrete, in quello che è il mondo reale. È ciò che sta accedendo, in questi giorni a Bari, tra i dipendenti dell’azienda di trasporto pubblico locale Amtab, che si sono resi protagonisti di una vera e propria gara di solidarietà a sostegno della famiglia della piccola Melissa, la bambina pugliese di soli 9 mesi affetta da Sma1, una malattia degenerativa che l’ha colpita nella sua forma più grave e le cui cure sono economicamente insostenibili per i suoi genitori. 

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A far scattare la scintilla è stata proprio la storia della neonata pubblicata in rete da Borderline24 e ben presto travolta da un’ondata di condivisioni da parte del pubblico di lettori, ma anche di alcuni rappresentanti delle istituzioni: è il caso, ad esempio, di Ubaldo Pagano,  parlamentare del Partito Democratico, che nelle scorse settimane ha promesso un suo intervento a sostegno della famiglia di Melissa, anche nella direzione del coinvolgimento del ministro della Salute Roberto Speranza sul caso. 

Un clamore e un “rumore” sui social network che ha attirato l’attenzione di Leonardo Laserra, dipendente, in qualità di verificatore, dell’azienda di trasporto pubblico locale, che ben presto ha contribuito alla diffusione virale dell’appello della famiglia, condividendo sul gruppo Facebook dei colleghi la sua idea: una raccolta fondi per Melissa, grazie ad una cifra simbolica trattenuta da ciascun dipendente sulla tredicesima che arriverà il prossimo mese. Una proposta a cui è seguita, nell’immediato, la reazione entusiasta di un gran numero di colleghi, tra i quali è partita una raccolta firme per l’adesione all’iniziativa informale: sono 370 le firme raccolte fino ad ora, da Leonardo Laserra tra i colleghi dei reparti amministrativi, dell’officina e ancora tra gli autisti, i verificatori, gli operatori di sosta, i coordinatori e gli addetti all’esercizio. E tanti altri sono coloro che, in queste ore, si stanno mettendo in contatto con gli altri per allargare la rete e coinvolgere, nell’iniziativa di solidarietà, tutti i 750 dipendenti dell’azienda. 

“Alcuni di noi, oltre alla donazione simbolica dalla tredicesima, stanno provvedendo a versare un proprio contributo autonomo alla famiglia di Melissa – ha spiegato, commosso, il promotore dell’iniziativa, che precisa – ognuno lo fa secondo le proprie possibilità, ma quello che stiamo dimostrando con questa iniziativa collettiva è che, insieme, anche mettendo una briciola a testa, si può realizzare un piccolo miracolo”. Leonardo Laserra racconta di aver ricevuto, in rappresentanza di tutti i suoi colleghi, il plauso da parte dei vertici aziendali, che hanno apprezzato lo spirito di squadra e l’elevato valore alla base di questa azione collettiva e, alla domanda relativa a ciò che lo ha mosso in questa impresa, non ha dubbi: “Le immagini di quella bambina tra i suoi giovani genitori – spiega – un nucleo famigliare colpito da un dramma così grande e, comunque, capace di trasmettere tanto amore. Quando ho letto la storia di Melissa ho pensato che sarebbe potuta essere figlia di ciascuno di noi e allora, piuttosto che domandarmi perché fare qualcosa, mi sono detto: perché non farlo?”

Leonardo e i suoi colleghi sono ancora al lavoro per la raccolta delle firme di tutti coloro che, tra i dipendenti dell’azienda, vorranno ancora prendere parte all’iniziativa. Successivamente, al momento dell’accredito della tredicesima, procederanno a bonificare la somma raccolta alla famiglia di Melissa, con la soddisfazione di aver contribuito, anche solo in parte, al pagamento del farmaco di cui la piccola necessita. Un farmaco che, come dichiarato negli scorsi giorni in una nota ufficiale dagli stessi genitori, è il solo sperimentato e approvato negli Stati Uniti quale unica cura genica esistente per fronteggiare la Sma e, per questo, il più costoso al mondo. 

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