“Abbiamo lanciato questo appello al governo per i giovanissimi delle periferie. Stiamo ricevendo tante telefonate e messaggi per aderire all’appello”. L’Istituto Salesiano Redentore di Bari ha lanciato una petizione, condivisa anche da Don Ciotti, per salvare i ragazzi delle periferie: senza le lezioni a scuola e con le difficoltà economiche legate al Covid rischiano sempre più di essere avvicinati dalla criminalità organizzata. QUI IL LINK PER LA RACCOLTA FIRME
“Avvertiamo l’urgenza e il dovere morale di segnalare il gravissimo problema delle ragazze e dei ragazzi delle periferie del Paese riversati per strada, senza possibilità di ricorrere alla DAD, per motivi di indigenza. Da Catania a Napoli, da Bari a Milano, da Torino a Roma, la pandemia con le sue ricadute, sta colpendo in modo grave le periferie delle nostre città, già provate da povertà, disagio e mafie. È un’emergenza alla quale non si può rimanere indifferenti”.
“Stiamo parlando dei giovanissimi, minori di 16 anni, con 40 mq di casa – quando c’è – in obbligo formativo, in condizioni familiari di forte disagio sociale che hanno resistito al lockdown di marzo e che in questa seconda ondata di contagi, non potendo frequentare le scuole, né i centri di aggregazione, né i Centri di Formazione Professionale, sono finiti per strada in balia dei clan, più fragili e disperati di prima, senza punti di riferimento alternativi”.
“I clan reclutano con violenza e forza economica manovalanza proprio tra i soggetti più fragili garantendo giovani leve nelle proprie file. Il momento attuale è il più fertile per la criminalità: la strada. Questi giovanissimi nella quotidianità sono invece impegnati in programmi educativi di salvataggio che li tengono ancorati alla legalità e ora si sentono traditi perché non vedono alternative. Ora si rischia di distruggere ciò che è stato costruito e di farli sentire ‘abbandonati’ o ‘ingannati’”.
“Chiediamo l’attenzione del Governo e misure concrete di contrasto alla povertà educativa nelle periferie con interventi infrastrutturali di riqualificazione urbana, sociale e formativa che restituiscono dignità e futuro alle giovani generazioni. I nostri ragazzi più fragili si aspettano alternative concrete e non parole”.