Furti nei campi coltivati nell’hinterland di Bari e provincia, un fenomeno sempre più in crescita. L’ultimo episodio ha riguardato la cooperativa “Semi di vita”, un orto sociale urbano al quartiere Japigia con prodotti coltivati senza pesticidi e sostanze chimiche.
Semi di vita propone percorsi riabilitativi a persone con difficoltà psichiche e reinserimento dopo il carcere, e durante il lockdown ha distribuito 15 quintali di frutta e verdura alle Caritas della città per le famiglie bisognose: dalla comunità di San sabino, Redentore alla chiesa della Resurrezione, San Luca e perfino la Cattedrale.
Purtroppo però domenica scorsa c’è stato il terzo furto in poco meno di cinque mesi: “Avevamo intenzione di tagliare rape e broccoli destinati alla vendita a Japigia. Qualcuno ci ha preceduto. Non sapete quanta amarezza. Dopo tutto il lavoro svolto siamo punto e a capo. Ci mancano nuovamente le parole”, raccontano sui social gli agricoltori della cooperativa sociale.
“In estate qualcuno ha estirpato circa 200 piante di peperoncino – commenta Angelo Santoro, il presidente della cooperativa – una perdita di 2.500 euro, una beffa perché avremmo trasformato i peperoncini per la vendita nei vasetti”.
“Poi il 2 luglio abbiamo sorpreso due signori e gentilmente li abbiamo accompagnati alla porta senza altri strascichi legali, avevano depredato meloni e pomodori e li rivendevano ai bar del quartiere Madonnella. Infine la sopresa sgradevole di domenica scorsa: hanno asportato un filare di rape, danno da 300 euro. Al nostro vicino di campo è andata peggio, ben 15 cassette. Non abbiamo esitato ed è stata presentata una denuncia ai carabinieri”, aggiunge Santoro.
“Due anni fa avemmo dei fenomeni predatori simili, che si sono intensificati dal lockdown. Sono in molti a perdere il lavoro e cercano di piccoli profitti a nero. Ma questo non li giustifica in alcun modo”, conclude Santoro.