Capire quali siano stati i comportamenti sociali che hanno determinato la diffusione del Covid in Puglia e quali gli ambienti in cui si è maggiormente diffuso, al fine di stabilire misure di contenimento dei contagi che potrebbero essere utilizzate anche nel resto del Paese. Di questo, «per la prima volta in Italia – si precisa in una nota – si occuperà un gruppo di lavoro formato da esperti dell’Università, del Policlinico e del Politecnico di Bari; dal dipartimento Salute della Regione Puglia e dall’ordine nazionale del Medici.
Per il presidente della Fnomceo, Filippo Anelli, si tratta di “uno studio utile per consentire ai medici di comprendere i flussi e l’andamento della pandemia al fine anche di elaborare modelli organizzativi di assistenza e prevenzione per contenere la diffusione del virus”. Il lavoro sarà coordinato dal presidente della scuola di Medicina dell’Università di Bari, professor Loreto Gesualdo, secondo il quale il “modello” elaborato “servirà a identificare gli ambienti e i comportamenti sociali più a rischio nel contrarre l’infezione, e quindi a definire in maniera scientifica le regole di comportamento e di prevenzione da parte della popolazione”. Per la ricerca, verrà somministrato un questionario online a un campione compreso tra tremila e cinquemila cittadini pugliesi che nelle ultime due settimane si sono sottoposti a tampone molecolare, a prescindere dall’esito dell’esame.
Il questionario sarà redatto da clinici, epidemiologi, sociologi ed esperti di sistemi di analisi. »I dati raccolti – spiega Vito Montanaro, direttore del dipartimento Salute della Regione Puglia – verranno elaborati utilizzando un sistema di analisi statistica dei dati come ‘deep learning’ e ‘machine learning’. Questo progetto rappresenta una formidabile opportunità per creare le basi scientifiche di contenimento della epidemia partendo dalla piattaforma informativa della Regione Puglia (Giava) che viene quotidianamente aggiornata in tempo reale sull’andamento dell’epidemia”. ANSA