La seconda ondata di contagi Covid mostra nuove sfaccettature sull’impatto del virus anche nel mondo del lavoro. Da Triggiano, in provincia di Bari, arriva l’appello al sindaco Antonio Decaro e al governatore Michele Emiliano dall’amministratore di una micro impresa che si occupa di Building automation che offre servizi anche in ambito ospedaliero.
“Un nostro dipendente – racconta – è risultato positivo al tampone covid, richiesto dal medico del lavoro competente ed effettuato privatamente oltre 3 settimane fa. Il dipendente, fortunatamente, non presenta alcun sintomo; pur essendo stata comunicata all’Asl di competenza del comune di Ruvo la sua positività, il nostro dipendente non è mai stato ricontattato dagli uffici preposti per effettuare il tampone di verifica”.
“Il suo medico curante sostiene che per uscire dalla propria abitazione ed effettuare un nuovo tampone, pure in forma privata, è indispensabile l’ autorizzazione degli uffici Asl. Scrivo per segnalare questo disservizio che ci causa un ingente danno economico, in primis perché siamo costretti a pagare lo stipendio per intero (l’Inps non riconosce nessuna indennità di malattia), e perché viene meno il 25% della nostra forza lavorativa da quasi un mese”.
“Per non parlare dell’aspetto psicologico: un ragazzo che non ha mai mostrato alcun sintomo e che è “ prigioniero” in casa, solo per la mancanza di un atto amministrativo. Aggiungo che abbiamo ripetutamente provato, tramite mail e telefonate, a sollecitare l’esecuzione del tampone, che saremmo disposti a fare anche privatamente”.