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Covid a Bari, l’appello dei medici: “Zona rossa necessaria, contagi sono raddoppiati in due settimane”

Pubblicato da: redazione | Ven, 20 Novembre 2020 - 12:15

Si è svolta ieri, in modalità telematica, la seduta congiunta delle commissioni consiliari Sanità e Culture per la trattazione dell’argomento: “ricaduta delle criticità del sistema sanitario, durante l’emergenza Covid, sulle attività scolastiche, culturali e sportive”. Nel corso della seduta si è tenuta l’audizione del presidente nazionale dell’Ordine dei Medici chirurghi e Odontoiatri Filippo Anelli.

Il presidente della commissione Culture Giuseppe Cascella, nel ringraziare il dottor Anelli per la sua disponibilità, ha sottolineato la prudenza sempre auspicata dal dott. Anelli e i suoi ripetuti inviti a limitare tutte le situazioni che possano creare aggregazione. La cultura, lo sport e la scuola, essendo fortemente aggreganti, sono stati i primi ambiti ad essere coinvolti in questa emergenza.

“In questa ultima settimana in Puglia – ha detto Cascella – sono stati registrati oltre 9.000 casi positivi con un incremento di oltre 1.200 casi in media al giorno con 1.400 ricoverati e quasi 200 in più di terapie intensive, senza considerare tutti i pazienti ospiti delle RSA che vengono ricoverati in pre intensiva e in intensiva. Sicuramente le notizie sull’efficacia dei vaccini Covid da un lato ci rincuorano ma dall’altro ci devono far essere maggiormente prudenti. Non ha senso rischiare, vanno incrementate ulteriormente le restrizioni sportive, scolastiche e culturali, proprio nei prossimi mesi che ci separano dall’arrivo del vaccino. Il dottor Anelli è stato sempre contrario alla spettacolarizzazione in televisione come pure alla riapertura delle scuole e favorevole, invece, all’istituzione di un maggior numero di regioni in zona rossa per l’ottenimento di risultati migliori. La vera emergenza non è tanto legata all’espansione dell’infezione, quanto alla possibilità di garantire assistenza a tutti i malati, anche quelli non contagiati da coronavirus”.

Il presidente della commissione Sanità Giuseppe Neviera, nel ringraziare il dottor Anelli per l’impegno profuso a favore della comunità cittadina, ha sottolineato l’importanza dell’audizione per poter chiarire gli innumerevoli quesiti posti dai cittadini. Il dottor Filippo Anelli alla sua prima audizione in una commissione consiliare, ha dichiarato: “La situazione non è piacevole, per il quadro che si va caratterizzando per il numero dei decessi, indicatore che purtroppo continuerà ad aumentare. Il sistema sanitario non può assistere solo malati Covid, ma deve essere tarato per assistere sia i pazienti Covid sia tutti gli altri. Se la curva non diminuisce, la preoccupazione dei medici è che non ci saranno più posti per curare tutti in maniera adeguata. È comprensibile che la richiesta di zona rossa metta in crisi una comunità, ma è necessario un intervento drastico e immediato.

La situazione nella nostra regione è di una sanità in guerra, vedasi l’ospedale da campo che è stato allestito a Barletta, che porterà alla scelta nella priorità di trattamento. D’intesa con gli anestesisti ci si è dati delle regole per trattare i pazienti nel caso in cui non ci dovessero essere più risorse. Condivido la proposta del presidente Emiliano che ha richiesto la zona rossa per la BAT e Foggia: è un provvedimento saggio, data la situazione, e ritengo che la stessa richiesta sarebbe da estendere anche alla città di Bari. Nelle prime due settimane i dati sono raddoppiati e questo non è un buon segnale, di contro in Italia sembra esserci una deflessione, seppur lenta. Il grave problema sarà dopo Natale con l’insorgere dell’influenza e a quel punto, il sistema sanitario non terrà”.

Per quanto riguarda i medici di medicina generale, poi, il dottor Anelli ha ricordato la necessità che essi prendano in carico i malati Covid, pur senza tacere l’aumento drammatico delle morti tra i medici, il 50% dei quali sono proprio medici di famiglia. “È chiaro che il medico di famiglia deve seguire i malati Covid – ha sottolineato -, ma in estrema sicurezza. Il Parlamento ha varato una legge che prevede l’istituzione delle USCA, unità operative per i medici di base per le visite domiciliari ai malati Covid. Per questo deve esserci un sistema che tuteli i medici di famiglia e al tempo stesso garantisca le cure ai pazienti Covid a casa. Dobbiamo rifarci alle modalità operative impartite per legge per l’operatività in totale sicurezza dei medici di famiglia perché il diritto alla salute, garantito dalla Costituzione, non può in alcun caso essere compresso”.

A seguire hanno preso la parola i consiglieri Albenzio, Melchiorre, Bronzini, Viggiano e Magrone, che hanno sollecitato il dottor Anelli su questioni legate alle attuali criticità del sistema sanitario e scolastico, sull’eventuale potenziamento delle USCA e sulla difficoltà dei Vigili del Fuoco di reperire ambulanze disponibili per il soccorso alle vittime di incidenti stradali legate all’attuale emergenza sanitaria

Il dottor Anelli, rispondendo ai consiglieri, ha detto: “Con riferimento ai rapporti con il Dipartimento di prevenzione della ASL, l’organizzazione attuale è pensata per un’assistenza ordinaria: a fronte di una situazione di carico straordinario, a dir poco abnorme, l’organizzazione è andata in crisi. Nel rapporto con i medici di famiglia, alcune cose potrebbero essere migliorate: il sistema è farraginoso, il cittadino che ha avuto contatti con un positivo viene segnalato al Dipartimento che provvede al tracciamento con successivo provvedimento di quarantena. Questa procedura potrebbe essere demandata ai medici di famiglia, abbreviando i tempi. Anche la prenotazione dei tamponi potrebbe essere messa a disposizione dei medici, snellendo le prenotazioni. Altra questione riguarda le USCA, che soprattutto durante l’estate sono state utilizzate per fare i tamponi e tracciamento, mentre ora quel personale serve per tornare a fare assistenza domiciliare. Sarebbe opportuno impiegare i neolaureati per le attività di tracciamento e per fare i tamponi, servirebbe ad alleggerire il sistema. Fondamentale sarebbe istituire una cabina di regia con gli addetti ai lavori, persone quotidianamente coinvolte nei processi assistenziali. Altro elemento determinante sarebbe il pieno coinvolgimento dei sindaci, nodo strategico fondamentale.

Valido esempio è la città di Bari – ha proseguito Anelli – dove all’interno del COC è presente un esponente dell’Ordine dei medici e dove si registra una forte interazione tra i componenti. Per quanto attiene alla scuola, ferma restando la sua funzione centrale per la comunità, se manca un sistema di tracciamento valido e si registra un caso di contagio, il sistema entra in crisi, nonostante il grande lavoro svolto dai dirigenti all’interno degli istituti scolastici”.

Per quanto riguarda gli investimenti destinati alla struttura della medicina territoriale e la medicina generale, il dottor Anelli ha ricordato i 240 milioni stanziati nel periodo precedente al Covid per la diagnostica, sottolineando che, oltre che di strumenti, gli studi dei medici di famiglia dovrebbero poter contare su infermieri, per il funzionamento delle apparecchiature, e su personale di segreteria per alleggerire l’attività quotidiana: sarebbe auspicabile, cioè, che all’interno di uno studio medico possano coesistere diverse professionalità.

“È necessario un investimento vero sulla sanità del territorio – ha concluso -. Non a caso l’obiettivo del Governo è l’utilizzo delle risorse del Recovery fund per attuare una riforma vera della medicina generale, dove riunire le varie professioni in un posto adeguato ad offrire risposte ai cittadini”.

Il dottor Anelli ha poi lamentato l’esiguità dello stanziamento (10 milioni) per le assunzioni di infermieri di medicina generale a fronte di 1 miliardo per le assunzioni di infermieri destinati ai distretti, unità che allo stato non funzionano bene e che finiscono per allungare il processo assistenziale.

Infine, per quanto concerne la disponibilità delle ambulanze per il trasporto dei feriti a seguito di seguito a incidenti stradali, l’ipotesi formulata dal presidente dell’Ordine dei medici è quella di attivare un’astanteria dove collocare i malati in attesa di essere immessi nel pronto soccorso, liberando così le ambulanze.

Infine, rispondendo alla domanda del consigliere Ciaula sulle previsioni da qui a due mesi per l’evoluzione dell’epidemia, il dottor Anelli ha ribadito la propria tesi, per la quale al momento la soluzione migliore sarebbe il lockdown: “Nelle regioni che hanno istituito la zona rossa – ha concluso – la curva è in lieve discesa”.

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