È stato tratto in arresto dai Carabinieri di Bari con l’accusa di tentata estorsione ed estorsione consumata in concorso, aggravata dal cosiddetto “metodo mafioso”. Protagonista della vicenda un giovane pregiudicato 32enne di origini albanesi, ma residente da alcuni anni a Trani. Secondo la richiesta della Direzione distrettuale Antimafia, recepita dal Gip di Bari, l’uomo, in concorso con un 39enne, durante i primi 4 mesi del 2019 aveva pianificato una serie di estorsioni nei confronti di alcuni esercenti. In particolare, due i commercianti taglieggiati: di questi, uno attivo nella fornitura di servizi funebri, nei confronti del quale è stata, di fatto, consumato il reato.
Durante il tentativo di estorsione non andato a buon fine, invece, il pregiudicato, aveva fatto leva sulla propria forza intimidatrice e, non riuscendo ad ottenere quanto richiesto, aveva interpellato il suo complice, asserendo di non volersi far intenerire dall’atteggiamento della vittima e minacciando quest’ultima di ricorrere all’uso della violenza. Un metodo tipico delle associazioni a delinquere di stampo mafioso, dunque: aggravante prevista dall’articolo 416 bis 1 del codice penale, che prevede pene nettamente più severe laddove siano perpetrati i reati commessi.
Il 32enne era, inoltre, attivo nell’approvvigionamento e nello smercio di sostanze stupefacenti e a maggio del 2019 era stato già arrestato dai Carabinieri di Andria poiché trovato in possesso di 25 grammi di cocaina appena acquistati da immettere sul mercato d Trani. All’arresto del giovane era seguita l’intervento dei cosiddetti “sodali”, che si erano prontamente attivati per approvvigionare, in modo illecito, la famiglia, durante la detenzione del ragazzo.