In Puglia, come in altre zone del paese, il contact tracing per risalire ai contagi Covid sembra definitivamente saltato. Lo conferma una donna barese, positiva al coronavirus, che ha deciso di inviare un lungo messaggio social al governatore Michele Emiliano per denunciare difficoltà e incertezze per i malati in isolamento fiduciario che quindi non necessitano del ricovero. A Bari come annunciato dal sindaco Decaro ci sono 2.263 positivi e ci sono 2489 cittadini in isolamento.
Dai sintomi del Covid avvertiti il 23 ottobre, poi il tampone molecolare effettuato il 31 ottobre fino al verdetto definitivo di positività il 6 novembre. “Caro presidente le racconto una storia: sabato 23 ottobre mi sveglio con un terribile mal di testa, ma parto x la Basilicata xche devo tumulare mio padre, svolgo tutte le pratiche burocratiche del caso convivendo con questo mal di testa che non mi abbandona. Domenica e lunedì continua questo mal di testa strano e persistente ma comunque lunedì mi reco a lavoro”.
“Lunedì sera inizio ad avere dolori muscolari affaticamento e una febbricina che sfiora i 37.5 gradi. Ovviamente mi allarmo e allora, grazie a conoscenze, prenoto un test rapido a mie spese per il martedì 27 ottobre, risulto debolmente positiva al corona virus e attivo la mia dottoressa per comunicare il tutto alla Asl”.
“Mio marito coscienziosamente, essendo titolare di una azienda, si mette autonomamente in isolamento fiduciario e prenota, sempre a sue spese, un tampone molecolare presso una struttura privata per sabato 31 ottobre. Anch’io vengo chiamata dalla Asl per un fare un tampone molecolare sempre sabato 31. In serata lui ottiene già il risultato di positività e attiva le pratiche alla Asl”.
“Io non ricevo nessun risultato fino a giovedì 4 quando mi chiamano dalla Asl dicendomi che c’è stato un problema con le provette e devo tornare nuovamente a fare il tampone. Finalmente venerdì 6 ricevo il risultato di positività dalla Asl. Oggi è venerdì 13 e nonostante numerosi solleciti, nessuno mi ha chiamato per tracciare i miei contatti e nessuno ha chiamato mio marito e le mie figlie pre accertarsi della loro positività o meno”.
“Noi non siamo dipendenti pubblici e abbiamo bisogno di tornare a lavoro, stiamo pensando di fare un test rapido la settimana prossima, sempre a nostre spese, per capire se siamo guariti e se possiamo finalmente uscire. Ora una domanda sorge spontanea, da giugno a settembre oltre a preparare la campagna elettorale cosa avete realmente fatto per fronteggiare la seconda ondata che annunciavate ci sarebbe sicuramente stata. È facile ora chiedere a noi cittadini di continuare a fare sacrifici, è facile chiudere le scuole e imporci restrizioni o chiudere attività. Ma mi chiedo se tutto questo si poteva evitare o quantomeno arginare se aveste fatto semplicemente il vostro lavoro?”.