Le organizzazioni sindacali proclamano lo stato di agitazione con attivazione della procedura di raffreddamento. E’ quanto dichiarato in una nota inviata dai sindacati Cgil, Cisl, Uil e Fials al Prefetto di Bari Antonia Bellomo, al direttore generale dela Asl Bari Antonio Sanguedolce, al governatore della regione Puglia, Michele Emiliano e, infine, all’assessore Pier Luigi Lopalco,
Una condizione di disagio che va avanti da ormai troppo tempo e che vede ancora lontana la conclusione dell’accordo sindacale utile per indire il bando interno delle progressioni economiche orizzontali. L’iter, stando a quanto dichiarato dal comunicato firmato dai presidenti delle quattro associazioni sindacali, non è stato ancora avviato, nonostante le garanzie che il tutto si sarebbe risolto entro e non oltre il mese di novembre. Si tratta, secondo i presidenti, di un fatto gravissimo che vede il suo prolungarsi a causa di problemi interni alla Asl Bari.
“La situazione per i lavoratori della Asl Bari è ormai divenuta insostenibile, sia da un punto di vista contrattuale, sia organizzativo” – scrivono le associazioni sindacali. Oltre a questo, i firmatari della lettera, denunciano, oltre alla mancanza di progressioni economiche bloccate da due anni, con richieste dei dipendenti inerenti la revisione della valutazione sulla performance individuale, puntualmente ignorate “nonostante la procedura sia prevista dal regolamento aziendale”, anche “l’estrema confusione organizzativa in ogni articolazione della ASL Bari e le estreme difficoltà dell’apparato burocratico amministrativo nell’espletamento delle procedure per via della carenza di personale”.
Ad aggravare la situazione, secondo le associazioni sindacali, sarebbe anche il pessimo clima organizzativo che si vive all’interno dell’azienda “tanto che ormai anche per le vie brevi, il personale infermieristico riceve ordini di servizio che non seguono i criteri contrattuali”- denunciano i presidenti.
Motivo dello stato di agitazione, inoltre, anche una mancanza di informazione preventiva nei confronti delle OO.SS, nel momento in cui, ad esempio, sono state avviate ricognizioni del personale infermieristico propedeutiche ad una successiva mobilità di ufficio per carenza di personale. Ma non solo, le associazioni denunciano anche la presenza di molti infermieri bloccati a casa anche dopo più di quindici giorni di isolamento a causa delle difficoltà di poter accedere al secondo tampone e, soprattutto, al successivo, utile per certificare l’eventuale negativizzazione.
Tutte problematiche, alle quali vanno ad aggiungersi quelle relative all’emergenza sanitaria, che vede stravolgere, giorno dopo giorno, l’assetto organizzativo e funzionale delle articolazioni interne all’azienda con pesanti ripercussioni sul personale dipendente, ai quali, secondo i firmatari della lettera, viene spesso negato anche un confronto. Sarà organizzato inoltre un sit-in di protesta che si terrà il prossimo 16 novembre proprio sotto la sede legale dell’Asl Bari.