Con la richiesta di sollevare la questione di legittimità costituzionale della norma che vieta il rito abbreviato ad un imputato per omicidio aggravato, è cominciato il processo dinanzi alla Corte di Assise di Bari nei confronti di N.L, la 29enne che il primo agosto 2019 ha ucciso il marito 30enne F.A. accoltellandolo durante un litigio. La donna è a processo per il reato di omicidio volontario con l’aggravante dall’aver ucciso il coniuge, anche se i due si stavano separando.
Contestazione che potrebbe costarle una condanna all’ergastolo. Il legale della donna, l’avvocato Leonardo Bozzi, insiste – come già aveva fatto in udienza preliminare – perché venga processata con il rito abbreviato, ritenendo incostituzionale la legge 33 del 2019, all’art. 438 comma 1bis, che vieta riti alternativi per i reati punibili con l’ergastolo, come in questo caso. Il 18 novembre la Corte Costituzionale sarà chiamata a pronunciarsi su una vicenda simile sollevata da un altro Tribunale. In attesa di conoscere la decisione della Consulta, i giudici baresi hanno rinviato il processo al 16 dicembre. Contro la 29enne, attualmente detenuta in carcere, si sono costituiti parti civili la curatrice dei tre figli minori e la mamma della vittima. L’accusa è rappresentata dal pm Francesco Bretone.