“Nei centri commerciali, di domenica, il Covid non c’è”. L’ironia pungente viene, come spesso accade, dal web. E sono tantissimi i pugliesi che, nelle ultime ore, stanno esprimendo tramite social network, anche con toni più seri, il proprio dissenso per la situazione di assembramento che sembra non risparmiare i grandi centri dello shopping nonostante le più stringenti normative anti-contagio previste dal nuovo decreto del presidente del Consiglio dei Ministri. E, in effetti, le immagini parlano chiaro. In particolar modo, quelle scattate durante il week end, o a partire dagli ultimi giorni feriali della settimana: lunghe code di automobili in prossimità degli ingressi ai centri commerciali e, soprattutto, lunghe code di persone, spesso incuranti delle misure di distanziamento sociale, davanti alle entrate dei singoli negozi. E ancora, gente ammassata nelle gallerie e addirittura chi, trovandosi all’esterno, omette di indossare la mascherina.
Inevitabili le proteste da parte dei cittadini ma soprattutto dei rappresentanti delle categorie maggiormente penalizzate dalle più recenti normative, come gli operatori della cultura, dello sport, i ristoratori o i piccoli commercianti. “Si presenta solo sugli spalti degli impianti sportivi, a quanto dicono: è estremamente selettivo questo virus”, prosegue sarcasticamente il post di un utente della provincia di Bari. E, ancora, rabbia da parte dei commercianti al dettaglio, messi in ginocchio dalla prima ondata di diffusione del virus e che, adesso, puntano l’accento sull’enorme rischio di assembramento e quindi di contagio dovuto alla decisione di mantenere aperti ipermercati e grandi gallerie anche durante il fine settimana.
Questa immagine è stata scattata questa sera alle 20 a Santa Caterina – scrive su Facebook il referente del Comitato “Stop centri commerciali a Bari”, commentando una fotografia da lui stesso postata negli scorsi giorni – Code davanti ai negozi e a tutte le grandi strutture commerciali, mentre in città e nelle periferie stiamo registrando il quarto giorno di crollo degli incassi”, scrive con sdegno.