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Coronavirus e coprifuoco in città, dal testo del decreto sparisce riferimento ai sindaci

Pubblicato da: redazione | Lun, 19 Ottobre 2020 - 09:00

Non esiste alcun riferimento esplicito ai sindaci, in merito alla facoltà di questi ultimi di chiudere strade o piazze dopo le ore 21, nel testo del nuovo decreto governativo presentato ieri dal Presidente del Consiglio Giuseppe Conte e pubblicato quest’oggi sul sito di Palazzo Chigi. Nonostante la precisazione fatta ieri, in occasione della conferenza stampa, dallo stesso Premier, all’interno del testo del decreto – e a differenza della prima bozza – è svanito questo elemento, probabilmente a seguito delle contestazioni nate dagli stessi sindaci italiani sulla modalità in cui il governo avrebbe, di fatto, passato la palla della responsabilità di eventuali coprifuoco sulle amministrazioni comunali.

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Nella versione ufficiale del Dpcm, infatti, si legge una formula “diluita” dello stesso provvedimento, che lascia aperta l’ambiguità su chi sia, di fatto, il responsabile della chiusura: “Delle strade o piazze nei centri urbani dove si possono creare situazioni di assembramento – recita il testo definitivo del decreto – può essere disposta la chiusura al pubblico, dopo le ore 21,00, fatta salva la possibilità di accesso, e deflusso, agli esercizi commerciali legittimamente aperti e alle abitazioni private”.

Un nodo, questo, intorno al quale non si placano le proteste dei primi cittadini: prime tra tutte quelle del sindaco di Bari e presidente dell’Anci, Antonio Decaro che, questa mattina, ai microfoni di Radio Capital, ha dichiarato: “Il governo ha voluto scaricare la responsabilità del coprifuoco sui sindaci: non è possibile che siano i sindaci a chiudere le piazze e le vie della movida. I sindaci non possono controllare: per questo abbiamo preteso che sparisse dal testo del Dpcm la parola sindaco. Non ci piacciono le ordinanze-spot – ha proseguito Decaro – se non possono esserci controlli, la norma è priva di senso. È stata commessa una scorrettezza istituzionale, non parteciperemo più a riunioni di regia perché tanto la presenza dei sindaci è inutile. Si incontrano i ministri con i presidenti di regione e decidono in autonomia. Il governo decide senza tener conto delle esigenze locali”, ha concluso.

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