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Coronavirus, 75 studi in corso sui vaccini: forse il primo pronto per novembre

Pubblicato da: redazione | Dom, 18 Ottobre 2020 - 11:00

Nel mondo sono 75 gli studi registrati su vaccini per il Covid-19, con nove candidati arrivati alla fase 3, l’ultima prima della richiesta di autorizzazione. Lo afferma il monitoraggio periodico dell’Iss, secondo cui rispetto a un mese fa la cifra è salita di 17. Il 77% di queste sperimentazioni, si legge nell’infografica realizzata dal gruppo ‘Trial Clinici’, è di tipo randomizzato, e in totale gli studi prevedono di arruolare quasi 310mila pazienti. La Cina continua a guidare la ‘classifica’, con 23 test, quasi il doppio degli Usa che ne hanno in corso 12, mentre l’Italia ne ha uno.

Più in generale nel mondo sono invece 1972 i test clinici in corso su terapie (79%), prevenzione (16%) e terapie di supporto contro il Covid-19, di cui il 90% è randomizzato. anche in questo caso c’è un aumento, di 172 unità, rispetto al monitoraggio precedente. Per quanto riguarda l’Italia il ‘censimento’ vede invece 64 studi in corso, uno in più rispetto al 14 settembre, con circa 18mila partecipanti.
“Per gli studi relativi a farmaci, biologici, plasma da convalescenti o plasma iperimmune vengono consultate e integrate le informazioni pubblicamente accessibili dal portale dell’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA) e dal portale ClinicalTrials.gov del National Institutes of Health statunitense – precisano gli esperti -. Per gli studi sui vaccini vengono consultate le informazioni pubblicamente accessibili dal sito web dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) alla pagina “Draft landscape of COVID-19 candidate vaccines” e dal portale della McMaster University “COVID-clinical trial-tracker””.

Intanto la casa farmaceutica Pfizer prevede di chiedere l’autorizzazione per il suo vaccino anti-Covid all’agenzia americana Fda nella terza settimana di novembre. E’ quanto rende noto l’amministratore delegato di Pfizer, Albert Bourla, in una lettera pubblicata sul sito internet della società e rilanciata dal professor Roberto Burioni. “Ci sono tre aree in cui, come per tutti i vaccini, dobbiamo dimostrare di avere successo per ottenere prima l’approvazione per l’uso pubblico — scrive il Bourla — Innanzitutto il vaccino deve essere efficace, il che significa che può aiutare a prevenire il Covid 19 nella maggior parte dei pazienti vaccinati. In secondo luogo bisogna dimostrare che il vaccino sia sicuro, con dati affidabili generati da migliaia di pazienti. Infine, dobbiamo dimostrare che il vaccino può essere costantemente prodotto secondo i più elevati standard di qualità”.

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