La Puglia è tra le prime otto Regioni in cui, ieri, si è registrato il maggior numero di nuovi contagi, 248 in 24 ore, e al Sud fanno peggio solo Campania (+757) e Sicilia (+259). Se ci fosse mai stato bisogno di una conferma che il Mezzogiorno, durante la prima ondata di coronavirus, è stato avvantaggiato e salvato dal lockdown, ecco che i numeri della seconda fase della pandemia arrivano in soccorso.
La Campania ieri è stata la regione con maggiori casi, più della Lombardia (+683) e Veneto (+491). “Il virus prima era concentrato in un pezzo del Paese, oggi ha una geografia molto più diffusa. Purtroppo si è allargato a zone d’Italia meno preparate ad affrontarlo, questa è la vera sfida di queste settimane”, ha lanciato l’allarme il commissario straordinario per l’emergenza Coronavirus, Domenico Arcuri.
Ma c’è un altro dato che preoccupa, lo sottolinea lo studio della fondazione Gimbe: in Puglia la percentuale dei casi ospedalizzati rispetto al resto dei malati Covid è dell’8,9% nettamente superiore alla media nazionale del 6,6%. Solamente in Sicilia (11,5%), Liguria (10,4%) e Lazio (9,9%) si registrano percentuali maggiori. “Se il dato nazionale – dice il presidente della Fondazione, Nino Cartabellotta – non lascia intravedere alcun sovraccarico dei servizi ospedalieri, iniziano ad emergere differenze regionali rilevanti”. In particolare, al 6 ottobre ben 8 regioni registrano tassi di ospedalizzazione per 100.000 abitanti superiori alla media nazionale di 6,5: Lazio (13,9), Liguria (13), Campania (9,2), Sardegna (8,8), Sicilia (7,9), Piemonte (7,1), Abruzzo e Puglia (6,6). Preoccupano le scuole, ormai gli istituti chiusi e le classi in isolamento non si contano più; preoccupano ancora di più i mezzi di trasporto pubblici, dove ogni regola anti Covid va a farsi benedire. Ma, più in generale, ci sono seri problemi di rispetto delle poche ma necessarie misure di prevenzione, a cominciare dall’uso della mascherina e il divieto di assembramenti