A Casarano, in provincia di Lecce, è iniziata la prima raccolta dai nuovi giovani uliveti impiantati due anni fa al posto dei campi completamente distrutti dalla Xylella. Si tratta degli uliveti di Fs-17 Favolosa, una delle due cultivar, insieme al leccino, che secondo gli scienziati è resistente agli attacchi del pericoloso batterio. Una coltivazione italiana, brevettata dal Cnr, precoce rispetto alle altre e in grado, già dopo due anni, di dare i suoi primi buoni frutti. E infatti, seconda la stima dei produttori, per ogni ettaro impiantato si potrebbe arrivare a raccogliere ogni anno, in maniera costante e con le piante in piena maturazione, circa 100 quintali di olive in grado di produrre un olio extravergine d’oliva eccellente, che per qualità e caratteristiche organolettiche è già apprezzato dai consumatori.
La prima raccolta è avvenuta alla presenza dei rappresentati di Cia-Agricoltori Italiani, ma anche di Italia Olivicola e del Consorzio Oliveti d’Italia. Si tratta di un momento di fondamentale importanza per l’olivicoltura italiana, simbolo di speranza per tutti gli addetti ai lavori del settore, come sottolineato dal presidente di Cia Agricoltori Italiani, Dino Scanavino: “Dopo anni difficili, grazie alla ricerca scientifica e alla caparbietà degli agricoltori, c’è un futuro per questo territorio che è stato colpito all’improvviso da una sciagura economica e paesaggistica senza precedenti”.
Commento a cui fa eco quello, soddisfatto, del presidente del Consorzio Oliveti d’Italia, Nicola Ruggiero: “Il recupero di un’area importantissima dell’agricoltura italiana, dalla distruzione della Xylella ad una nuova olivicoltura che produce qualità, grazie ad un importante ricambio generazionale, segna una grande primavera per il mercato dell’olio italiano che spesso soffre problemi di quantità e qualità disponibili per i consumatori”. La xylella, scoperta nel 2013 in territorio di Gallipoli, in 7 anni è avanzata fino a sfondare in maniera definitiva, proprio pochi giorni fa, la provincia di Bari col ritrovamento del focolaio di Monopoli. In questo periodo, secondo uno studio di Italia Olivicola, ha compromesso la produzione di quasi 5 milioni di piante nelle province di Lecce, Brindisi e Taranto, in un areale di 22 milioni di piante, con un calo medio di 29mila tonnellate di olio extravergine d’oliva pari al 10% della produzione olivicola italiana