“Se mi metto a fare i calcoli su quanto mi sta facendo perdere il Covid mi metto a piangere, preferisco non pensarci”. E’ quanto dichiarato dal responsabile di un’associazione sportiva barese, che preferisce restare anonimo, in merito all’impossibilità di utilizzare le palestre scolastiche per effettuare attività sportive. Parole dure, ma eloquenti che spiegano, di fatto, la drammatica situazione. Le diverse sollecitazioni, effettuate già in tempo di lockdown da parte delle associazioni sportive di differenti categorie, non vedono risposta, se non il susseguirsi di attese e incertezze.
Da una parte il timore di alcuni presidi in caso di contagi da parte dei gruppi sportivi, dall’altra l’assenza di risposte da parte dei Municipi che mettono al bando, ogni anno, gli spazi scolastici permettendo alle associazioni di farne richiesta. Di fatto, ad oggi, i Municipi non hanno ancora definito i protocolli e di conseguenza stilato i documenti che servono per il rilascio delle strutture che hanno facoltà di scegliere liberamente, se concedere o meno l’utilizzo delle stesse. Concessione che, in questo momento così delicato, in molti casi preferiscono non dare.
“E’ un momento difficile, ma le scuole non sono di dominio privato. Mio figlio ha seri problemi, gli si sta negando l’opportunità di stare insieme agli altri bambini in un momento diverso rispetto a quello del contesto scolastico già provato dall’emergenza sanitaria – ha commentato un padre preoccupato – è a tutti gli effetti un diritto violato, mi fa tristezza sapere che i politici si fanno pubblicità con i nuovi playground e poi si dimenticano del bene dei bambini che vivono negli stessi territori”.
Pallavolo, basket, tennistavolo, ma anche karate, ginnastica, danza e yoga, sono solo alcune delle attività a cui bambini, ragazzi e in alcuni casi anche adulti devono rinunciare sui propri territori a causa della mancanza del rinnovo della concessione degli spazi. Una vera e propria condanna anche per le stesse associazioni che si ritrovano letteralmente sul lastrico, dovendo sopperire sia alla perdita economica dovuta all’emergenza sanitaria, sia a quella legata alle spese, da molti già effettuate, per mettersi in regola per poter affrontare la nuova stagione e non trovarsi impreparati dinanzi alle norme anti-Covid previste dai vari regolamenti afferenti alle diverse federazioni sportive.
“Ho trecentoventisette tesserati, ma ho sistemato solo meno della metà di essi, con una perdita, senza calcolare quella dovuta al periodo del lockdown, al momento di circa 3mila euro. Nonostante l’impegno a parole di alcuni, non abbiamo ricevuto nessuna risposta. C’è un vero e proprio lassismo da parte delle istituzioni – ha commentato Manuela Magistro, direttore sportivo dell’Amatori Volley Bari, associazione storica barese – dall’assessore Pietro Petruzzelli alla stessa FIPAV, nonostante gli impegni presi, manca un attenzione costante nei confronti di queste tematiche”. “Municipi o città metropolitana dovrebbero intervenire prendendo posizione una volta per tutte – ha continuato Magistro – soprattutto su quei casi che riguardano presidi e collegi scolastici che hanno negato l’utilizzo delle palestre non per reali necessità, ma per paura o mancanza di volontà di occuparsi anche di questo, come se la possibilità di offrire al proprio territorio lo spazio per far fare sport ai giovani sia meno importante. La situazione è tragica, se continua così la nostra, come altre associazioni, è destinata a morire e di conseguenza anche il movimento sportivo utile per bambini e ragazzi”.
Alle parole della Magistro, seguono con tono di rabbia e sconforto, quelle di Luciana Girgenti, responsabile dell’Asem Bari Volley, che per l’occasione si è fatta portavoce anche dall’associazione Bulls Basket Bari, con la quale condivide da anni gli spazi.
“Se continua così, non ci sarà via d’uscita. Abbiamo anticipato già i soldi per prendere tutto ciò che serviva per la sanificazione degli ambienti, ma non abbiamo possibilità di entrare in palestra. La situazione è tragica perché al fatto che non possiamo riprendere le attività, va aggiunto il fatto che un mese intero di guadagni utili per affrontare l’intera stagione, tra cui le iscrizioni ai campionati giovanili e di categoria, è stato perso. Il bilancio vero e proprio della perdita che stiamo avendo potremo constatarlo solo dopo. In molti stanno abbandonando, in alcuni casi si iscrivono altrove, in altri rinunciano totalmente allo sport e non è giusto. Ci vorrebbe una regolamentazione univoca, un intervento serio da parte delle istituzioni e soprattutto bisognerebbe ricordare alle scuole che sono enti pubblici e devono pertanto essere aperte al territorio, offrendo l’opportunità alle associazioni e di conseguenza ai giovani, di poter fare sport” – ha commentato Luciana, che come tutti gli altri chiede risposte immediate ad una problematica già mossa precedentemente da chi vive di questo.