Gli arrestati, rintracciati a Monopoli e Venezia, hanno precedenti reiterati e specifici, nonché condanne per lo stesso genere di reati: un uomo di 32 anni è stato tradotto nel carcere di Bari mentre due 33enni sono stati sottoposti alla misura degli arresti domiciliari.
Il mondo dello spaccio di sostanze stupefacenti a Monopoli è costantemente monitorato dagli investigatori della Polizia di Stato; l’indagine nasce da un caso di overdose, avvenuto nel mese di gennaio dello scorso anno, che non si è rivelato letale ma ha destato particolare preoccupazione e attenzione.
L’attività d’indagine è partita seguendo alcuni tossicodipendenti che si sono prodigati a “diffondere” eroina, cocaina e cannabinoidi. Sin dai primi riscontri è risultato chiaro che nella cittadina monopolitana non esiste una vera e propria “piazza di spaccio” e che gli spacciatori si rifornivano in altre località, con acquisti di quantitativi significativi, per poi spacciare in città.
Le indagini condotte dagli investigatori del Settore Anticrimine, gradualmente, hanno portato a scoprire chi avesse ceduto le dosi di eroina che avevano causato l’overdose del ragazzo che, dopo uno stato di coma, è stato salvato dai medici.
Il nome dell’operazione prende spunto, oltre che dalla pessima qualità della sostanza che stava per risultare letale, anche da una successiva cessione di sostanze stupefacenti che, tuttavia, si è rivelata una truffa, trattandosi di materiale simile all’eroina trattata con residui di cocaina.
Sono 8 gli indagati, tra cui una donna, e numerose le contestazioni: nei 9 capi d’accusa il Magistrato inquirente, con le 5 informative trasmesse dalla polizia giudiziaria in diversi mesi di indagini, ha formalmente indagato gli autori dello spaccio nella cittadina monopolitana per condotte iniziate nell’anno 2017 e reiterate fino ad oggi.
Contestata anche l’aggressione ad un assuntore, commessa da due delle persone attinte dalle misure cautelari, per il semplice timore che lo stesso fornisse informazioni alla polizia giudiziaria. Un vero e proprio pestaggio con il quale i due spacciatori, senza scrupoli, hanno causato lesioni ad uno dei loro “clienti”: dopo averlo prelevato dalla zona della sua abitazione, lo hanno portato in periferia e lo hanno malmenato.
Le condotte delle persone tratte in arresto, in esecuzione della misura cautelare, sono state arginate con frequenti controlli della Polizia di Stato; gli stessi, infatti, anche loro assuntori costanti di sostanze stupefacenti, erano autori di furti con destrezza e rapine i cui proventi servivano per assicurarsi il denaro necessario per gli approvvigionamenti di droga.
A riscontro delle indagini sono state realizzate numerose acquisizioni investigative, basate su dati tecnici e su servizi di polizia giudiziaria, quali appostamenti e rilievi fotografici. Diversi i sequestri che hanno documentato il costante flusso di sostanze stupefacenti in città.