La Corte di Assise di Appello di Bari ha ridotto da 18 a 15 anni di reclusione la condanna inflitta nei confronti Mustafà Ouslati, 44enne di origini tunisine, imputato per l’omicidio volontario pluriaggravato della moglie 29enne Maria Grazia Curtone, uccisa il 3 novembre 2016 con dieci coltellate al culmine di un litigio nella loro casa a Bitonto.
L’uomo, stando alla ricostruzione fatta dai carabinieri coordinati dalla Procura di Bari, avrebbe colpito la donna prima alle spalle e poi con altri 9 colpi all’addome, con un coltello da 20 centimetri. Dopo il delitto tentò il suicidio, lanciandosi dal terzo piano dell’appartamento dove la coppia, con i tre figli minorenni, abitava da alcuni mesi, ospiti della madre di lei. La sentenza di primo grado era stata emessa al termine di un processo celebrato con rito abbreviato. I giudici dell’appello hanno condiviso la ricostruzione dei fatti, confermando la responsabilità per tutte le accuse, l’omicidio e i maltrattamenti in famiglia, confermando anche il risarcimento danni nei confronti delle costituite parti civili, la mamma, i fratelli e i figli della vittima, ma riducendo la pena. Ouslati, difeso dall’avvocato Francesco Ruggiero, è detenuto in carcere dal giorno dell’omicidio dopo l’arresto in flagranza.