Il Comitato tecnico scientifico (Cts) ha dato il via libera, nella riunione di oggi, alle indicazioni contenute nella circolare del ministero della Salute sull’uso dei tamponi rapidi anche nelle scuole «per la sola attività di screening». Si tratta dei “test antigenici” rapidi usati finora negli aeroporti sempre per monitoraggio sui grandi numeri di persone.
Tecnicamente si tratta di un diverso tipo di tampone diagnostico “rapido” che rileva la presenza del virus negli individui infetti. Si chiamano “rapidi”, “antigene” o “saponette”. Funzionano in modo diverso dai tamponi tradizionali: sono basati sulla rilevazione di proteine virali (antigeni) presenti nelle secrezioni respiratorie. Anche in questo caso il prelievo avviene con dei bastoncini infilati nelle narici e nella faringe. La risposta è “del tipo sì/no” come per i kit di gravidanza e arriva in media entro 20 minuti. Per la lettura non occorre un addestramento particolare e l’esito non richiede strumenti di laboratorio. La risposta (ma dipende dai modelli) arriva in minuti. Hanno una sensibilità dell’80-85%, sicuramente inferiore ai tamponi “classici”, cioè riconoscono circa 80-85 infetti su 100. Se una persona ha una bassa quantità di virus nel proprio corpo, il test potrebbe dare un risultato falso negativo.