“La riapertura della scuola e delle università pone dal punto di vista epidemiologico un possibile aumento del rischio della circolazione del virus nella comunità e richiede, pertanto, un rafforzamento delle azioni per favorire la comprensione e la consapevolezza dei rischi per la salute pubblica, non solo sui bambini e sui ragazzi, sul personale scolastico e universitario e sui loro contatti sociali immediati, ma anche su un possibile aumento della trasmissione a livello comunitario del virus”. E’ quanto si legge nel “Protocollo operativo gestionale in scuole e università” adottato dalla Regione Puglia e trasmesso, tra gli altri, ai rettori e al direttore dell’Ufficio scolastico pugliese.
“Tutte le misure previste dalle linee guida e di indirizzo emanate a livello nazionale e regionale – si legge nel documento firmato dal presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano e dal direttore del dipartimento Salute, Vito Montanaro – possono ridurre il rischio di trasmissione in ambito scolastico e universitario, ma non possono azzerarlo. È necessario in ogni caso favorire la massima diffusione dei contenuti informativi e l’attivazione di percorsi formativi e informativi rivolti agli operatori scolastici e delle università, alle famiglie, agli operatori sanitari e alla comunità in generale”.
Peraltro, “l’approssimarsi della stagione influenzale – è scritto – determina un innalzamento dei livelli di attenzione e la possibile sovrapposizione di sintomi con conseguente incremento dei casi e del carico di lavoro sui professionisti sanitari al fine di effettuare diagnosi differenziali al fine di adottare le più opportune misure di prevenzione”.
I Dipartimenti di prevenzione delle Asl “devono identificare una o più figure cui assegnare il ruolo di “referente Covid-19 Asl” per l’ambito scolastico, universitario e per la medicina di comunità, i quali dovranno assicurare l’interfacciamento con i “referenti Covid-19 degli istituti scolastici e degli Atenei” e con la medicina di comunità per le attività previste dai protocolli”. Il protocollo regionale stabilisce anche il percorso e le azioni da seguire in caso di positività: “Il dipartimento di Prevenzione – si legge – emette e registra nel sistema il provvedimento; avverte tempestivamente il medico di medicina generale o il pediatra e l’istituto scolastico o Ateneo; avvia la ricerca dei contatti; indica le azioni di sanificazione straordinaria della struttura scolastica nella sua parte interessata”. Il referente Covid-19 scolastico o universitario, invece, deve “fornire tempestivamente al dipartimento di Prevenzione l’elenco dei compagni di classe e degli insegnanti e degli eventuali altri operatori scolastici/universitari che sono stati a contatto con il soggetto positivo nelle 48 ore precedenti l’insorgenza dei sintomi. Il medico di medicina generale o il pediatra di libera scelta o il medico Usca che ha in carico il soggetto prosegue la sorveglianza sanitaria, aggiornando nel sistema informativo regionale le informazioni sullo stato clinico del soggetto. Mentre per il rientro a scuola o all’università “bisognerà attendere la guarigione secondo i criteri vigenti”.
“Attualmente – si legge – le indicazioni scientifiche prevedono l’effettuazione di due tamponi a distanza di 24 ore l’uno dall’altro con un contestuale doppio negativo, cui potrà conseguire la conclusione dell’isolamento e l’inserimento in comunità. L’alunno/operatore scolastico rientrerà a scuola con attestazione di avvenuta guarigione e nulla osta all’ingresso o rientro in comunità rilasciata da parte del proprio medico di medicina generale o pediatra di libera scelta”.