“La riapertura delle scuole è un tema che fa rialzare il livello di allerta, perché pur avendo organizzato al meglio i percorsi e le modalità di frequenza degli alunni, con i cicli di ingresso, permanenza e uscita, quello che preoccupa sono i trasporti pubblici per arrivare a scuola e gli assembramenti davanti alle scuole, all’ingresso e all’uscita”. A parlare è il direttore del dipartimento Politiche della Salute, Vito Montanaro. “Occorre senso di responsabilità da parte di tutti – ha precisato il prof. Pier Luigi Lopalco – utilizzando la mascherina, igienizzando le mani, mantenendo le distanze interpersonali e rimanendo a casa con la febbre. Rispettando queste semplici regole si potrà vivere normalmente e andare a scuola in sicurezza”.
Le misure che devono essere osservate con particolare rigore nell’ambito delle attività scolastiche, universitarie e formative sono: a) il distanziamento di sicurezza, mantenendo la distanza interpersonale non inferiore al metro, evitando il rischio di aggregazione e affollamento; b) la rigorosa igiene delle mani, personale e degli ambienti; c) l’adeguata e frequente pulizia ed igienizzazione degli ambienti e delle superfici nonché l’adeguata aerazione degli ambienti; d) l’effettiva possibilità di utilizzare in modo continuativo ed appropriato la mascherina da parte di tutti i soggetti (alunni, discenti, personale ATA, docenti, familiari, etc.); e) la disponibilità di una efficace informazione e comunicazione; f) la capacità di controllo e risposta dei servizi sanitari della sanità pubblica territoriale e ospedaliera; g) la capacità di promuovere, monitorare e controllare l’adozione delle misure, definendo i ruoli di ciascuno dei soggetti coinvolti.
“L’attenzione alle misure generali di prevenzione e protezione – spiegano ancora dalla Regione – rappresenta, come ampiamente dimostrato, la migliore strategia per attenuare i rischi di contagio virale (stagionale e COVID-19) insieme all’adesione massiccia alla campagna di vaccinazione antinfluenzale 2020-2021 in via di attivazione da parte delle strutture del Servizio Sanitario Regionale. Deve essere rimarcata con ogni forma e mezzo la prescrizione, per gli alunni e il personale scolastico e universitario, di rimanere presso il proprio domicilio, contattando il proprio pediatra di libera scelta o medico di famiglia, in caso di sintomatologia e/o temperatura corporea superiore a 37,5°C”.
La Regione ribadisce i sintomi che possono essere legati al Covid: • nei bambini: febbre, tosse, cefalea, sintomi gastrointestinali (nausea/vomito, diarrea), faringodinia (dolore localizzato nella faringe), dispnea (respirazione difficoltosa), mialgie (dolore localizzato in uno o in più muscoli), rinorrea/congestione nasale; • nella popolazione in generale: febbre, brividi, tosse, difficoltà respiratorie, perdita improvvisa dell’olfatto (anosmia) o diminuzione dell’olfatto (iposmia), perdita del gusto (ageusia) o alterazione del gusto (disgeusia), rinorrea/congestione nasale, faringodinia (dolore localizzato nella faringe), diarrea. “Tali sintomi – precisa – sono sottoposti alla valutazione del medico per la determinazione delle azioni e delle misure da adottare e non costituiscono motivo per la richiesta di esecuzione del test diagnostico”.
Test diagnostici: I test diagnostici riconosciuti e validati dagli organismi internazionali sono quelli basati sul riconoscimento dell’acido nucleico (RNA) virale mediante un metodo di amplificazione (Polymerase Chain Reaction, PCR) effettuati su un campione di secrezioni respiratorie, generalmente un tampone naso-faringeo. Essi sono uno strumento essenziale non solo per la gestione clinica dei pazienti ma anche e soprattutto per controllare la pandemia, mediante il riconoscimento e le successive misure di prevenzione e controllo dirette ad individui infetti, anche asintomatici, che possono diffondere la malattia (ECDC, 1° aprile 2020; WHO, 8 aprile 2020). Per tutto il processo diagnostico dal prelievo, al trasporto in laboratorio, all’esecuzione del test e alla refertazione “possono essere richiesti di norma 1-2 giorni”.
Il tampone naso-faringeo deve essere considerato, quindi, il test di riferimento in termini di
sensibilità (capacità di rilevare il virus) e specificità (capacità di rilevare SARS-CoV-2 e non altri virus seppur simili) per l’accertamento della presenza del virus SARS-CoV-2.
I laboratori facenti parte della rete regionale SARS-CoV-2 garantiscono l’esecuzione prioritaria dei test diagnostici degli operatori scolastici e universitari in analogia a quanto già previsto per gli operatori sanitari.
Nelle more che possano essere introdotti e utilizzati anche i “test diagnostici antigenici” ossia i test rapidi che rilevano la presenza del virus in soggetti infetti e in grado di fornire una risposta qualitativa (si/no) in tempi rapidi (tipicamente entro 30 minuti) senza richiedere l’utilizzo di apparecchiature di laboratorio (anche se per la lettura dei risultati di alcuni test è necessaria una piccola apparecchiatura portatile), si precisa che – come da disposizioni regionali – l’accertamento della presenza di virus SARS-CoV-2 deve essere effettuata mediante tampone naso-faringeo e, con riferimento ai minori di anni 11, naso e/o orofaringeo.
Sono da escludersi i test sierologici che, invece, sono utili unicamente per rilevare una pregressa infezione da SARS-CoV-2 e vengono utilizzati nella ricerca e nella valutazione epidemiologica della circolazione virale nella popolazione che non ha presentato sintomi. Pertanto essi hanno una limitata applicazione nella diagnosi di COVID-19 e nel controllo dei focolai.
In presenza di individui (alunni, operatore scolastico/universitario, genitori/tutori) con sintomi compatibili con COVID-19 o con aumento di temperatura superiore a 37,5°C, il soggetto deve osservare l’isolamento fiduciario, e deve sempre mettersi in contatto tempestivamente con il proprio medico di medicina generale o con il pediatra di libera scelta o, in caso di impossibilità, con i medici delle USCA i quali devono effettuare le attività di triage telefonico al fine di effettuare sempre una diagnosi differenziale considerando la possibile coesistenza di sintomi riconducibili alla sindrome influenzale e parainfluenzale nonché alla possibile esistenza di patologie diverse (allergie, malattie croniche,
etc.) nel soggetto.
L’esecuzione dei test dovrà avvenire:
c) per i soggetti con sintomatologia o condizione soggettiva compatibile con la deambulazione e fermo restando il rispetto delle misure di protezione individuale (mascherine, distanziamento, igiene mani), presso le postazioni drive-through2 o presso spazi/ambulatori individuati da ciascuna ASL;
d) per i soggetti con sintomatologia o condizione soggettiva non compatibile con la deambulazione, mediante esecuzione domiciliare del test.
L’esecuzione del test in favore del “caso sospetto” è effettuata, quindi, tempestivamente a cura degli operatori del Dipartimento di Prevenzione territorialmente competente i quali provvedono anche all’approfondimento dell’indagine epidemiologica e alle procedure conseguenti. L’esecuzione del tampone a seguito delle attività di indagine epidemiologia dovrà essere assicurata anche in favore dei “contatti stretti” di un caso “probabile” o di un “caso confermato”.