L’efficacia delle attuali terapie per la fertilizzazione in vitro è attualmente limitata dall’organizzazione bidimensionale delle colture cellulari che mal si adattano a strutture sferoidali come l’ovocita, il follicolo ovarico e l’embrione, riducendone le potenzialità di sviluppo. Il gruppo di ricerca di Biotecnologie Riproduttive del Dipartimento di Bioscienze Biotecnologie e Biofarmaceutica dell’Università di Bari, coordinato dalla Prof.ssa Maria Elena Dell’Aquila, ha pubblicato sulla rivista internazionale PLOS ONE un innovativo approccio bioingegneristico in cui cellule uovo di un modello animale sono state incapsulate in microsfere di idrogel mediante tecnologia bioprinting per ottenere strutture 3D per la coltura in vitro. (https://doi.org/10.1371/journal.pone.0238812)
La tecnologia di bioprinting ha migliorato la vitalità e il potenziale di sviluppo delle cellule uovo microincapsulate rispetto a quelle coltivate con i metodi convenzionali 2D. Lo studio interdisciplinare ha importanti applicazioni e ricadute nella produzione di embrioni in vitro sia per la procreazione medicalmente assistita, per l’industria delle produzioni animali, per la propagazione di specie a rischio di estinzione e per la valutazione del rischio da agenti chimici sulla fertilità femminile.
Lo studio è stato condotto nel Dottorato di Ricerca Innovativo a Caratterizzazione Industriale 2016-19 (MIUR PON R&I 2014-20) in Genomica e Proteomica Funzionale e Applicata (Coordinatore Prof.ssa Giovanna Valenti) dalla Dott.ssa Antonella Mastrorocco (in foto) con Docente Tutor la Prof.ssa Elena Ciani, in collaborazione con il Centro di Ricerca Enrico Piaggio (Coord. Prof.ssa Arti Ahluwalia), lo Spin-off IVTech e il Dip. Scienze Veterinarie (Prof. Francesco Camillo) dell’Università di Pisa e il Dept. Clinical Sciences, Embryology, Anatomy and Physiology – Faculty of Veterinary Medicine, Utrecht University (Prof. Bernard A.J. Roelen).