Il sistema scuola – pediatri – famiglia rischia il collasso. Come denunciato già ieri a Borderline24 da una mamma barese in attesa da giorni di un tampone per fare tornare il figlio a scuola, la situazione che attende la Puglia è preoccupante. Perché le Asl, la Regione e tutti gli enti preposti non hanno ancora individuato precisi percorsi per venire incontro a quelle famiglie che inevitabilmente si troveranno con bambini e studenti con sintomi simil Covid e che non potranno tornare in classe senza il tampone.
Ma quanto bisognerà attendere per avere questa analisi e soprattutto come faranno i genitori ad affrontare i tempi con il lavoro? Oggi a spiegare la posizione dei pediatri su Borderline24 è il dottor Luigi Nigri, referente pugliese della Federazione italiana medici pediatri e vicepresidente nazionale.
Dott. Nigri, quali sono le disposizioni dei pediatri in caso di sintomi simil Covid? “C’è un decreto del Presidente del Consglio del 7 settembre che prevede che la sintomatologia Covid nei bambini debba essere “sospettata” anche in presenza di uno solo dei segni tipici. Quindi non solo febbre ma anche la classica rinorrea, il muco che cola da naso. Un piccolo paziente con uno solo di questi sintomi può essere Covid positivo. E noi quindi siamo obbligati a chiedere il tampone. Non possiamo rilasciare alcun certificato senza il tampone”.
Qui subentra il problema organizzativo, sulle tempistiche dei tamponi. “Esatto. Mi hanno molto colpito i dati in Toscana dove su 1020 tamponi sui ragazzi che presentavano alcuni sintomi, 42 erano positivi. Noi pediatri non possiamo prenderci la responsabilità di certificare senza avere l’esito del tampone”.
Qual è la soluzione che avete proposto? “Noi come Federazione medici pediatri abbiamo depositato la nostra posizione: bisogna creare in ogni distretto dei punti, delle tende, dei drive in, dedicati ai bambini. Dove il bambino va con la richiesta bianca del pediatra, fa il tampone e il risultato lo si ha in poco tempo. Come funziona adesso per chi rientra dall’estero. Questa mattina ho visitato cinque bambini con la febbre, li ho messi in osservazione. La scuola non è ancora iniziata: quando inizierà per casi simili si dovrà necessariamente fare il tampone (per assenze tra i tre e i 5 giorni a seconda dell’età del bambino), noi non ci prenderemo mai la responsabilità non solo civile, penale ma soprattutto umana di rimettere in ambiente scuola dei potenziali positivi”.
Avete avuto risposte? “Ci hanno detto che la nostra proposta è in fase di valutazione. Ma se ci vuole tempo rinviate le aperture delle scuole, perché se la situazione rimane così come è, non sarà il Covid a chiudere le scuole, ma i tempi lunghi per i tamponi, che costringeranno forse intere classi a stare a casa. E con il bambino devono stare a casa i genitori ovviamente: qui si blocca l’intero sistema sociale. Noi la soluzione l’abbiamo data. Speriamo in una risposta”.