Ex consigliere regionale del Movimento Cinque Stelle, Mario Conca rappresenta l’outsider “contro il sistema di partiti – spiega – che ha fallito su tutti i livelli”.
La sua storia politica è conosciuta a tutti. Lei si era candidato come presidente della Regione Puglia per i Cinque Stelle, poi la rottura. Cosa è successo? “Il 20 gennaio 2020 ero in corsa per la presidenza e si presentarono 15 persone. Arrivai al ballottaggio con la Laricchia, il 23 gennaio si votò al ballottaggio. La Laricchia vinse per 190 voti e risultava quindi più suffragata di me. Il 20 febbraio si doveva votare per le liste: escono gli elenchi, io c’ero all’interno. Poi un’ora prima del voto sparì il mio nome e con una mail il capo politico non aveva accettato la proposta di candidatura. Laricchia e Lezzi avevano fatto pressioni sul capo politico perché sapevano che avrei preso più preferenze di loro”.
Molti si domandano: c’è differenza tra il Conca Cinque Stelle e quello attuale del Movimento Cittadini Pugliesi? “Nessuna differenza, se non l’esperienza maturata in questi cinque anni. Il Movimento dei Cinque Stelle mi ha fucilato alle spalle perché ero ritenuto troppo forte, perché la Laricchia temeva di non essere rieletta, ma sono lo stesso di sempre. Il Movimento Cinque Stelle è diventato un sistema: io sono l’unica scelta possibile quando il sistema di potere nega i diritti e fallisce su tutti i livelli. Io ho avuto avances da vari partiti, ma non potevo entrare in un sistema per il quale tutti si lamentano. Io ho fatto battaglie che non ha fatto nessuno”.
Cosa rappresenta il suo nuovo Movimento? “Noi rappresentiamo la società civile, abbiamo in lista imprenditori, disabili, medici, operai, abbiamo agenti di commercio. Abbiamo tutti coloro che compongono la nostra Puglia, siamo cittadini pugliesi”.
Tre punti principali del suo programma. “Sicuramente mi preoccuperò delle liste di attesa, assicurando la piena applicazione della legge 124 del 98 che prevede l’erogazione della prestazione a carico della Asl se la stessa Asl non è in grado di rispettare i tempi di attesa. Mi preoccuperò di riportare mense e lavanderia all’interno degli ospedali, il cibo è parte della terapia, con un notevole risparmio di spesa da reinvestire nell’assistenza dei disabili. Lavorerò per le politiche del lavoro, oggi politiche passive: la formazione attuale è solo borsificio. Con Garanzia giovani abbiamo illuso tanti giovani, non abbiamo fatto nulla per limitare la disoccupazione o trattenere i ragazzi dalla fuga fuori regione. E voglio eliminare le esternalizzazioni dei servizi”.
Cosa pensa dei suoi avversari? “Sono tutti uguali, fanno parte di un sistema di potere che ha gestito la cosa pubblica in maniera clientelistica e privatistica. Emiliano ad esempio è un incubatore di accordi politici, basti pensare a Di Cagno Abbrescia messo in Aqp, a Cassano in Arpal, a D’Addario a InnovaPuglia. La sanità ha cominciato il suo declino sotto la giunta di Fitto quando ridusse le piante organiche e di conseguenza chiuse molti ospedali, ma soprattutto sottostimò il fabbisogno di personale e abbiamo avuto 15mila letti in meno. Stessa cosa per l’agricoltura, Fitto ha mandato in tilt i consorzi di bonifica. Laricchia ho risposto prima, si è macchiata di omicidio politico. Scalfarotto è qui solo perché Renzi vuole fare uno sgambetto ad Emiliano”.
Perché i pugliesi dovrebbero votare per lei? “Sono l’unica persona che in questi anni si è battuta per difenderli, sono il consigliere più querelato e più presente. Non andare a votare significa continuare a votare il sistema politico attuale. Potremmo invece dare una svolta”.