Tanti i rebus di questo nuovo anno post lockdown. Oggi in tutta Italia riaprono le scuole. Ed anche se in Puglia l’avvio è stato posticipato al 24 settembre, a causa delle elezioni, alcuni istituti hanno deciso comunque di anticipare. E’ il caso ad esempio dell’Euclide Caracciolo di Japigia che oggi ha riaperto per gli alunni delle cinque prime classi. Questi ultimi entreranno ad orari scaglionati di mezz’ora l’uno dall’altro, a partire dalle 8.30. Dal 15 settembre, poi, per nove giorni tutti gli studenti dell’istituto cominceranno le lezioni in modalità Dad – didattica a distanza – e il 24, come quasi tutti gli alunni pugliesi, torneranno in presenza. Per ragioni di sicurezza, ciascun alunno (oggi, giorno dell’inaugurazione) potrà essere accompagnato soltanto dai genitori. Nell’auditorium della scuola potranno essere utilizzati esclusivamente i posti indicati e sarà “indispensabile che ogni alunno e ogni genitore sia fornito di dispositivo di sicurezza individuale, preferibilmente mascherina chirurgica”, previa compilazione di un modello di autocertificazione sulle proprie condizioni di salute da consegnare all’ingresso.
Ad aprire oggi anche scuole paritarie come il Preziosissimo Sangue o il Margherita.
Le regole di questo nuovo anno sembrano sulla carta semplici:gli alunni (al di sopra dei sei anni) dovranno indossare la mascherina (che a detta del premier Conte saranno fornite dalle scuole) entrando e uscendo da scuola, ma non quando saranno seduti al proprio banco; in caso di contagi, anche una intera classe potrebbe essere messa in quarantena. Saranno le famiglie a misurare la temperatura ai loro figli in modo da essere sicuri che la temperatura non sia superiore a 37,5 e che non ci siano sintomi collegati a Covid. Se ci sono sintomi la famiglia dovrà avvisare la scuola ed il medico. Se lo studente avrà sintomi a scuola andranno allertati i genitori che poi dovranno contattare il medico e insieme con la Asl valuteranno se fare il tampone e in caso di esito positivo i medici decideranno per la quarantena dei compagni e del personale scolastico che è venuto a contatto con il ragazzo positivo.
La norma, fortemente voluta dall’Anci, assicura la possibilità di assumere a tempo determinato personale educativo e ausiliario “in deroga – prosegue Decaro – a un tetto di spesa anacronistico e soprattutto inadeguato a rispondere all’emergenza sanitaria che vede pressoché raddoppiati i numeri di educatrici di asili nido e maestre delle scuole materne. Il tetto, prima di questa deroga, risaliva infatti al 2010 e faceva rientrare anche il personale scolastico nella spesa per le assunzioni a tempo determinato, che non poteva essere superiore a quella sostenuta nel 2009”.
“Con questo decreto, vengono accolte quasi tutte le richieste per le quali noi sindaci ci battevamo da mesi – conclude Decaro -. Riguardo alle assunzioni, riteniamo che il tetto vada del tutto eliminato, a prescindere dalla situazione contingente. Abbiamo cambiato la regola per definirlo con una soglia che ora deriva dal rapporto tra entrate correnti e spesa del personale: che senso ha mantenere ancora un tetto? Per la scuola, invece, ribadiamo che attendiamo l’incremento delle risorse per Comuni, Città metropolitane e Province per l’affitto di immobili o spazi da destinare ad aule o per noleggiare o acquistare strutture modulari temporanee. Sono stati stanziati 70 milioni ma ne servono 300”.