Spaccio, cattivi odori, incuria. Sono le condizioni in cui versa il ponte di corso Cavour, un simbolo della città di inizio ‘900 che connette il murattiano ai quartieri divisi dai binari. Un residente della zona ha raccontato al sindaco di Bari, Antonio Decaro, la propria esperienza quotidiana.
“Da molto tempo ormai – scrive – il ponte di corso Cavour è diventato un luogo d’incontro per fare “commerci” non proprio leciti, che potrebbero arrecare nocumento specialmente agli studenti del liceo Scacchi e dell’istituto Pitagora i quali, data la giovane età, ben potrebbero farsi coinvolgere”.
“Come se non bastasse – prosegue – tale struttura è ormai da molto tempo anche un orinatoio a cielo aperto, meta di tutti i senzatetto che utilizzano le colonne portanti della struttura o i cassonetti nelle vicinanze come dei bagni pubblici. In tale maniera, purtroppo, i residenti della zona sono costretti a respirare odori insopportabili ogni volta che scendono per strada”.
“Oltre a quanto denunciato, le segnalo che nei pressi dei predetti cassonetti a ridosso del muro di cinta dei binari e sulla stessa struttura in ferro del ponte vigono ogni giorno un’incuria e una sporcizia intollerabili. Numerosi, infatti, sono gli escrementi di piccione che si trovano sul manto stradale o addirittura sulle macchine parcheggiate sotto la costruzione di cui si discute”, aggiunge.
“Questa, inoltre, è diventata una struttura pericolosa e pericolante dal momento che, come ben sa, dall’anno scorso la componente in cemento della struttura medesima si sgretola e ciò potrebbe essere pericoloso per i passanti. Le porto all’attenzione che detta costruzione è nata come provvisoria e tale dovrebbe ancora essere per il sottopasso che non è stato mai realizzato”.
“Se proprio non si riesce a creare un modo alternativo al ponte per arrivare oltre la stazione da corso Cavour, almeno riqualifichi la zona in modo tale da renderla più vivibile e sicura per i residenti, e in generale per i cittadini, che pagano puntualmente le tasse senza avere dei servizi adeguati”, conclude il residente.