«C’è un atteggiamento supino di assuefazione nei confronti di queste prepotenze che preoccupa molto. Dobbiamo dire no non solo alle attività criminali in senso stretto ma a queste manifestazioni di potere e di forza mafiosa, di possesso e dominio del territorio, che rappresentano l’anti-Stato, dando un messaggio alla popolazione civile, che non deve restare indifferente». Lo ha detto il procuratore aggiunto di Bari Francesco Giannella, coordinatore della Dda, commentando l’operazione dei carabinieri che ha portato all’arresto di nove persone vicine al clan Strisciuglio di Bari accusate di un pestaggio mafioso.
«Nessuno di noi si illude di estirpare la mafia da un territorio semplicemente restando alcune persone – ha detto Giannella – , occorre che ci sia anche una ribellione sociale, una condivisione di questi valori, altrimenti non si va da nessuna parte. Episodi come quello di cui stiamo parlando oggi hanno visto la totale indifferenza delle persone che avrebbero potuto quantomeno fare una telefonata ai carabinieri». Il procuratore aggiunto ha evidenziato che nessuno dei vicini di casa ha chiamato i soccorsi o le forze dell’ordine. «Nessuno deve diventare un eroe – ha detto Giannella – , non ci aspettiamo che la gente intervenga fisicamente, ma neanche una telefonata è troppo». Giannella ha sottolineato anche il ruolo delle donne del clan «lungi dall’essere in disparte rispetto alle dinamiche criminali, ne avvallano le attività con azioni di fiancheggiamento. Dobbiamo uscire dallo schema romantico delle donne che subiscono le scelte degli uomini. Il disprezzo nei confronti di chi viene ritenuto infame, come in questo caso . ha spiegato il magistrato Dda – , arriva fino al punto di tradursi in atti di altrettanto disprezzo, volgari e sessisti, nei confronti delle donne anche da parte delle donne stesse. Questo è un altro dato culturale che bisogna registrare e di fronte al quale bisogna ribellarsi».