Con la costituzione delle parti e la formalizzazione in aula della richiesta di rinvio a giudizio, è cominciata dinanzi al gup del Tribunale di Bari Annachiara Mastrorilli l’udienza preliminare nei confronti dell’ex giudice del Consiglio di Stato Francesco Bellomo.
L’ex magistrato rischia un processo per maltrattamenti, estorsione, calunnia e minaccia. A quanto si apprende, nell’udienza che si sta tenendo a porte chiuse, ancora in corso, Bellomo ha chiesto di rendere dichiarazioni spontanee e sta parlando da circa due ore. Nell’ambito di questo procedimento, coordinato dal procuratore aggiunto Roberto Rossi e dalla pm Daniela Chimienti, l’ex consigliere di Stato è attualmente detenuto agli arresti domiciliari. Stando all’ipotesi accusatoria Bellomo avrebbe commesso maltrattamenti su quattro donne, tre ex borsiste e una ricercatrice della sua Scuola di Formazione per la preparazione al concorso in magistratura Diritto e Scienza, alle quali avrebbe imposto anche dress code.
È accusato anche di un episodio di estorsione ad un’altra ex corsista, per averla costretta a lasciare il lavoro in una emittente locale, e di calunnia e minaccia nei confronti dell’attuale presidente del Consiglio Giuseppe Conte, all’epoca vicepresidente del Consiglio di Presidenza della Giustizia Amministrativa, e di Concetta Plantamura, rispettivamente ex presidente ed ex componente della commissione disciplinare chiamata a pronunciarsi su Bellomo quando nel 2017 fu sottoposto a procedimento disciplinare, poi destituito. Per i presunti maltrattamenti, la Procura di Bari ha chiesto il rinvio a giudizio anche per l’ex pm di Rovigo Davide Nalin, mentre l’avvocato barese Andrea Irno Consalvo, organizzatore dei corsi all’interno della Scuola, è accusato di false informazioni al pm per aver «taciuto quanto a sua conoscenza» sui rapporti tra Bellomo e le corsiste.