8 milioni di studenti italiani sono rimasti a casa e hanno saltato il 30% dei giorni di scuola durante il lockdown. A mettere nero su bianco i dati relativi all’impatto dell’emergenza Coronavirus sul mondo della scuola è una recente indagine di Altroconsumo, che ha studiato, in particolare, la reazione di genitori e ragazzi all’introduzione della didattica online. Secondo il rapporto, solo il 27% degli italiani si dichiara soddisfatto della soluzione della didattica a distanza, poiché, secondo gli intervistati, essa ha comportato metodi e tempistiche di insegnamento differenti tra le scuole e, addirittura, tra classi della stessa scuola, in base alla composizione del gruppo e alle necessità delle diverse famiglie.
Lo strumento didattico più utilizzato nelle scuole elementari è stato quello delle videolezioni: il 72% degli alunni le ha svolte con l’insegnante principale, in media 6 ore a settimana per gli alunni di prima, seconda e terza e 8 ore per quelli di quarta e quinta. Il 39% le ha svolte (anche) con altri insegnanti. Il secondo metodo più comune è stato la messa online di documenti da scaricare per svolgere compiti ed esercizi (59%).
Contenuti delle lezioni e metodi di insegnamento sono dipesi in larga parte dalla volontà, dall’intraprendenza e dai mezzi a disposizione di ogni insegnante. Passare alla didattica online è stato ancora più complicato se si tiene conto del fatto che, da una precedente indagine di Altroconsumo svolta prima del lockdown, era emerso che i genitori erano molto soddisfatti dell’organizzazione precedente, sia dal punto di vista didattico (giudizio medio di 7.7 su 10), sia ambientale (7.8/10) che strutturale (punteggio di 7.2 su 10).
Ad aiutare i figli negli studi, durante la quarantena, sono stati principalmente le mamme, nella maggior parte dei casi (59%) da sole. Il 15% delle famiglie italiane ha dovuto acquistare nuovi dispositivi per permettere ai propri figli di seguire le lezioni, mentre solo nel 7% dei casi questi ultimi sono stati prestati dalla scuola. I genitori sono dovuti intervenire in aiuto degli alunni per gli studi nell’82% dei casi, per organizzare al meglio le tempistiche di studio (58%) o per fornire chiarimenti sulle lezioni (52%).
Poco soddisfatti della didattica a distanza anche i più piccoli che nell’o84% dei casi hanno avvertito come un disagio la mancanza dei compagni di classe e nel 72% dei casi anche dello stesso istituto scolastico. Inoltre, più di 1 alunno su 2 ha riscontrato delle difficoltà a imparare da casa.