Dal 24 settembre riparte la scuola con l’incognita Covid. Una insegnante pugliese ha raccontato in una lettera pubblicata sui social network le difficoltà per accedere ai test dedicati ai lavoratori del comparto dell’istruzione pubblica.
“Caro presidente – scrive – il problema del test sierologico agli insegnanti non è assolutamente questione risolta. Il fatto è che, come sicuramente le sarà noto, un certo numero di medici di famiglia, tra cui il mio, non aderisce alla iniziativa e si rifiuta di effettuare i test adducendo motivi burocratici e di sicurezza”.
“È un diritto dei medici non aderire, data la volontarietà e, del resto, il test è volontario anche per i docenti. Il problema si pone quando il docente vuole effettuare il test e il medico non vuole effettuarlo: il sistema va in cortocircuito perché la libertà decisionale di uno entra in contrasto con la libertà decisionale dell’altro. Sarebbe stata buona cosa indicare a questi docenti un percorso alternativo, una cosa corretta e lineare, per una volta. È stato fornito un riferimento ai docenti delle scuole private e paritarie, ma ai docenti a tempo indeterminato, che si trovano in questa situazione, nulla di nulla. Telefonate ad uffici ASL dove non risponde nessuno, numeri verdi che ti rimandano ad altri per poi sentirsi dire che l’unica soluzione è fare il test in uno studio privato a pagamento. Ora, i dirigenti scolastici, apprendo, dovrebbero farsi carico della questione è sollecitare i distretti … del resto non hanno molto da fare in questo periodo in cui avviare l’anno scolastico è cosa estremamente semplice, non è vero? Loro non hanno nessuna voglia di occuparsi di questo problema”.
“Ora, non è che pagare il test sierologico sia un problema insormontabile, ma è una questione di principio. È un diritto del docente farlo gratuitamente. Dare tutte le indicazioni del caso, sarebbe stata una forma di rispetto nei confronti di una categoria sempre bistrattata e non giustamente considerata … solo un paio di mesi fa a parole si urlava all’eroismo2.
“La situazione denota un vuoto, una totale ed imperdonabile mancanza di attenzione da parte sua, diciamolo. Forse il problema è secondario anche per lei, allora poi non parliamo di tracciamento, non parliamo di test a tappeto della popolazione scolastica, non diciamo che è stato un successo e, soprattutto, non diciamo che i docenti non vogliono fare il test. Ebbene mi trovo in questa situazione e dichiaro pubblicamente che non effettuerò il test fino a quando qualcuno non risolve questa empasse”.