Ieri sera intorno alle ore 21 circa, presso la III Sezione del secondo piano del carcere di Bari occupato principalmente da detenuti ad alta sicurezza appartenenti al clan barese «Strisciuglio», è scoppiata una rivolta.
A renderlo noto è il sindacato Sappe, secondo il quale tutto sarebbe nato dal mancato ricovero di un detenuto presso il locale ospedale. I detenuti – stando a quanto riferisce il sindacato – hanno iniziato a protestare in maniera molto rumorosa battendo le stoviglie alle inferriate con il coinvolgimento anche della seconda sezione dove sono rinchiusi appartenenti sempre dello stesso clan. Subito dopo i rivoltosi hanno divelto alcuni cancelli, distrutto idranti, tutti gli arredi, lanciando anche olio bollente sui poliziotti. Verso la mezzanotte con l’aiuto dei tanti poliziotti fuori servizio accorsi e con le altre forze dell’ordine che presidiavano la zona, si sarebbe riusciti a riportare l’ordine all’interno della sezione, con un bilancio devastante poiché la sezione si presentava praticamente distrutta.
«Questo episodio di prevaricazione , arroganza e prepotenza di un clan molto radicato a Bari, la dice lunga del fallimento di una politica penitenziaria che dovrebbe dividere questi pericolosi elementi in tutti gli angoli della nazione, invece di tenerli ammassati in un carcere fatiscente», commenta il segretario nazionale del Sappe Federico Bilagatti. Nei prossimi giorni il SAPPE darà vita ad alcune manifestazioni di protesta, «poiché non è possibile che nei penitenziari pugliesi possano accadere atti come quelli di ieri sera determinati dall’arroganza e dalla prepotenza di delinquenti che dovrebbero subire sulla loro pelle le conseguenze delle violenze che provocano, mentre alla fine se la cavano con nulla, accrescendo con ciò la loro prepotenza ed il clima di insicurezza». Ansa
foto di repertorio