In Puglia resteranno vuote 250 cattedre vuote di matematica e 264 di sostegno alle scuole medie di primo grado. In Campania resteranno vacanti quasi la metà dei posti messi a diposizione: oltre 2.500 posti sui 4.600 autorizzati. In Lombardia quasi due mila posti sul sostegno alle scuole medie. Un quadro che si ripete con numeri diversi anche in Puglia, Emilia Romagna, e Veneto. «La chiamata veloce non andrà a incidere sul precariato che resta drammaticamente irrisolto». A sostenerlo è la Uil scuola.
La chiamata veloce (call veloce), frutto di un provvedimento di giugno (DM nø 25 dell’8/06/2020) consente di scegliere una o più province in un’altra Regione per coprire, in modo volontario, i posti che restano vacanti e che diventano disponibili solo al termine delle operazioni di assunzione a tempo indeterminato. Per la Uil, i numeri disegnano una realtà diversa da quella attesa: in quasi tutte le regioni, al netto delle immissioni in ruolo già fatte e delle domande per la chiamata veloce, resteranno migliaia di posti da coprire. Ad esempio, in Emilia Romagna resteranno vuoti 563 posti di italiano, 483 di matematica nella scuola secondaria di primo grado e 619 sul sostegno al primo grado. In Campania, sono ancora senza titolare 414 cattedre di italiano, 309 di matematica nella scuola secondaria di I grado (A028), 139 di matematica e fisica nella scuola superiore (A027). In Lombardia ci saranno quasi duemila cattedre vuote per il sostegno nella scuola media. In Puglia 250 cattedre vuote di matematica e 264 di sostegno alle scuole medie di primo grado.
«Si annuncia un nuovo buco nell’acqua di una politica che si sta dimostrando sempre più miope e incapace», dice Pino Turi, segretario generale Uil scuola. «In Puglia ci sono ancora aspiranti in attesa: 80 insegnanti di lettere della scuola media, dove le graduatorie sono esaurite e i posti della call veloce non attivati. Che faranno questi insegnanti? E ancora, nelle altre regioni, quanti faranno la scelta di andare fuori vista l’impossibilità per i docenti neo assunti di potersi spostare per i prossimi 5 anni? Il Ministero continua a non saper rispondere alle vere esigenze della scuola italiana, a partire dalle immissioni in ruolo già autorizzate dal ministero delle Finanze”.