“La circolare sull’effettuazione dei testi sierologici comporta numerose e rilevanti problematiche e criticità, sia di merito che di metodo”, lo dichiara Francesco Pazienza segretario regionale SMI pugliese, annunciando una lettera alle autorità politiche ed ammnistrative della Regione Puglia. “Purtroppo, come spesso accade, la stessa circolare non è stata preceduta da alcun momento di concertazione in sede sindacale, nonostante l’estrema delicatezza ed importanza delle questioni in discussione”.
“Al 24 agosto 2020, data prevista per l’avvio della campagna di screening in questione, non risultano essere stati forniti ai medici di medicina generale né i kit necessari per l’esecuzione degli esami, né gli indispensabili dispositivi di protezione individuale (guanti, camici monouso, mascherine FFP2,) per evitare gravi rischi per la salute sia degli operatori sanitari, sia degli utenti dagli stessi assistiti”, aggiunge Pazienza.
“Ribadiamo, altresì, che i test su sangue venoso sono più sicuri ed attendibili rispetto a quelli eseguiti su sangue capillare. In caso di paziente che risulti affetto da Covid – 19, riteniamo necessario che sia la A.S.L. territorialmente competente a provvedere sia alla sanificazione degli studi dei m.m.g., sia all’esportazione quotidiana dei residui dei test”.
“Ultimo elemento meritevole di considerazione, non certo ultimo in ordine di importanza, è rappresentato dalla mancata previsione della istituzione di percorsi atti a separare, nell’ambito degli studi dei m.m.g., i pazienti fragili dai malati Covid (c.d. separazione del percorso “sporco” da quello “pulito”), con il grave potenziale effetto di ripetere i nefasti numeri, in termini di decessi, verificatisi nei mesi scorsi nelle R.S.A.”.
“Per queste ragioni, chiediamo che la circolare in oggetto venga, con assoluta urgenza, riconsiderata e rivisitata di concerto con la nostra organizzazione e con le altre maggiormente rappresentative, così come i Direttori Generali della ASL, oltre a garantire la eventuale adesione su base volontaria dei medici, provvedano ad individuare strutture idonee, da comunicare pubblicamente e ai medici di medicina generale, dove inviare il personale scolastico che fa richiesta di sottoporsi ai test”.
<In caso di mancato fattivo riscontro alla presente entro cinque giorni dalla data odierna, verrà avviata nelle sedi competenti, anche giudiziarie, ogni opportuna iniziativa valevole a tutelare le ragioni dei nostri medici> conclude Pazienza.