Nel primo semestre 2020 sono stati 386 gli episodi di pirateria stradale gravi in Italia, contro i 543 del primo semestre 2019 (-157, -29,1%). I morti quest’anno sono stati 33 e 463 le persone ferite; nello stesso periodo dello scorso anno i morti erano stati 55 e i feriti 670. Il decremento delle vittime mortali è del 40%, quello dei feriti è del 31%. Il maggior numero di pirateria è stato registrato in Lombardia, con 78 episodi con morti o lesioni; seguono Campania con 42, Sicilia 36, Puglia 30, Emilia-Romagna 29, Lazio 27. E già nei mesi di luglio e agosto – anticipano i dati dell’associazione – «gli episodi sono tornati a crescere»
Lo riferisce l’Osservatorio Asaps, l’Associazione sostenitori della Polstrada, sottolineando però che «il dato va letto tenendo conto degli oltre due mesi di lockdown e del contemporaneo estremo controllo del territorio da parte delle forze di polizia anche se in chiave anti covid». L’87% dei casi è avvenuto di giorno, il 13% di notte. Ma per le sole piraterie mortali le percentuali cambiano e salgono al 27,3% di notte, «come dire che quando si uccide di notte si scappa di più», sottolinea il presidente dell’Asaps, Giordano Biserni. «Nel 51,3% dei casi – aggiunge – il pirata viene poi individuato dalle forze di polizia che rilavano il sinistro. Quelli che scappano perché pensano di farla sempre franca si sbagliano di grosso. L’identificazione infatti schizza addirittura 70% nei casi delle piraterie mortali! Le donne ‘piratà sono state 26, il 12,7%». I ciclisti vittime mortali di pirati sono stati 4 in questo primo semestre e 60 i feriti; lo scorso anno nella prima parte dell’anno i ciclisti morti erano stati 7 e 87 i feriti. I pedoni uccisi, 19 quest’anno e 28 lo scorso anno; i feriti 150. I positivi all’alcol o alla droga sono stati il 14,6%, ma – ricorda l’Asaps – «in questo caso ci si riferisce ai soli casi in cui il pirata è stato identificato immediatamente dopo l’incidente». I pirati stranieri sono stati il 13,7% del totale.